PERUGIA - Sono state 2.057 le segnalazioni dei cittadini al Filo diretto di Gesenu nel 2023. Centinaia di chiamate e messaggi che hanno permesso disegnare la mappa dell’abbandono di rifiuti nel territorio comunale e di disporre controlli per gestire e limitare il fenomeno. Fenomeno che, analizzando i numeri, appare in diminuzione. Tant’è che lo stesso direttore operativo di Gesenu Massimo Pera parla di «una situazione sotto controllo» anche grazie «alla capacità di intervento sia in termini preventivi che a valle di situazioni di abbandono». E, va ricordato, di servizi gratuiti, come centri di raccolta e il ritiro a domicilio degli ingombranti. Nonostante tutto però spuntano via via mini discariche. Salta all’occhio il dato dei 677 abbandoni di ingombranti. Per questi materiali, ferrosi e non ferrosi (reti metalliche, materassi, divani, mobili) c’è appunto il ritiro a domicilio. Il dato dei materassi, oltre ad altri ingombranti, da solo si attesta sulle 194 segnalazioni. Ancora i numeri: sono 10 gli abbandoni degli apparecchi elettrici ed elettronici riscontrati, una categoria che può rientrare nel più vasto gruppo delle 131 segnalazioni relative all’abbandono di rifiuti abusivi. La fetta più grossa, 1045 segnalazioni, riguarda rifiuti vari e può comprendere anche piccoli sacchetti mal conferiti.
Tanti casi sui quali si muovono gli ausiliari di polizia ambientale, che svolgono una continua attività di verifica per risalire agli autori degli abbandoni. Non sempre è possibile, complice l’assenza di indizi, ma nel 2023 le sanzioni sono state molte, 365.
Capitolo rifiuti speciali. Sono molte le segnalazioni ad esempio su discariche di eternit e calcinacci. C’è da sottolineare che in questi casi la filiera è complessa e per questo la loro rimozione comporta più tempo. A partire dall’acquisizione della segnalazione, che può arrivare non solo a Gesenu ma anche a forze dell’ordine, Comune e altri enti di controllo. Segue la verifica in loco, con differenziata tra area pubblica o privata, e la caratterizzazione del rifiuto. Qua la pratica prende forma ma l’iter, evidentemente complesso e gestito in maniera oculata, dal quale possono partire anche indagini dei carabinieri forestali, comporta tempo prima di arrivare alla bonifica dell’area. Bonifica che, sottolinea Gesenu, viene effettuata anche favorendo il recupero dove possibile. C’è comunque da registrare che il fenomeno appare in calo: dai 156 casi del 2017 si è passati ai 97 del 2023, mentre nel 2022 erano stati 102.