Perugia, rapine per arrotondare lo stipendio in ospedale: contestati all'uomo «almeno tre colpi»

I raid in ufficio postali e farmacie

L'ospedale di Perugia
di Egle Priolo
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 15:40

PERUGIA - Tornato al lavoro in ospedale. Dopo tre mesi. Per essere stato arrestato per rapina. Anzi, rapine. Sospeso dal lavoro e dallo stipendio dopo un'ordinanza restrittiva delle sua libertà. Una storia particolare, che non può non balzare all'occhio scorrendo le delibere del direttore generale dell'azienda ospedaliera di Perugia, Guseppe De Filippis. Che con la numero 4 dell'11 gennaio ha riammesso il dipendente al lavoro (non con ruolo sanitario) dopo che il giudice per le indagini preliminari ha modificato la misura cautelare nei suoi confronti.

La privacy dell'uomo è assicurata, nel documento, da una serie di “omissis” che ne rendono praticamente impossibile l'individuazione.

Ma nei corridoi dell'ospedale Santa Maria della misericordia si fa riferimento ad almeno tre rapine in cui l'uomo sarebbe stato coinvolto qualche mese fa. Rapine, sempre stando agli spifferi in ospedale, che sarebbero state commesse in rapida successione tra farmacie e uffici postali. L'uomo finisce sotto indagine e, lo scorso 6 ottobre, il gip dispone nei confronti del dipendente ospedaliero (che a quanto si apprende non sarebbe dell'area medica) una misura restrittiva della libertà personale che, stando a quanto si legge nella delibera, viene comunicata via Pec dall'avvocato dell'uomo qualche giorno dopo.

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Circa un mese dopo, a metà novembre, l'Azienda ospedaliera avvia un procedimento disciplinare nei confronti del dipendente con contestuale «sospensione cautelare obbligatoria dal servizio con privazione della retribuzione per tutta la durata della misura restrittiva della libertà personale». Si legge ancora nel documento come la sospensione dal servizio viene disposta dal 7 ottobre 2023 «con conseguente privazione della retribuzione, corrispondendo al medesimo dipendente, per tutta la durata del periodo di sospensione, un'indennità pari al 50% dello stipendio tabellare, nonché degli assegni del nucleo familiare e della retribuzione individuale di anzianità, ove spettanti».

Ma qualcosa, velocemente, cambia. Due settimane fa esatte, il 5 gennaio, l'avvocato del lavoratore sospeso trasmette all'Azienda il provvedimento del gip di «sostituzione della misura restrittiva della libertà personale con la misura di cui all’art. 282 c.p.p. (obbligo di firma, ndr), anche in ragione della concreta possibilità per il medesimo di riprendere quanto prima l’attività lavorativa presso quest’azienda». Venendo meno le ragioni legate alla restrizione della libertà individuale dell'uomo, il Santa Maria della misericordia dispone «la cessazione degli effetti» di quanto stabilito a novembre, quindi la sospensione e la riduzione dello stipendio, con il «reintegro in servizio e ripristino dell’intero trattamento economico stipendiale e contributivo dovuto». Riconoscendo come la richiesta della difesa sia «legittima e utile per il servizio pubblico». E il dipendente innocente fino a sentenza definitiva.

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