Roma, giudici e mazzette: prof della Sapienza pagò per cancellare il suo nome dai registri delle Entrate

Roma, giudici e mazzette: prof della Sapienza pagò per cancellare il suo nome dai registri delle Entrate
di Michela Allegri
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Mercoledì 16 Marzo 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 13:27


Una mazzetta per essere cancellati dalla “lista dei cattivi”. Per far depennare il suo nome dall'elenco che l'Agenzia delle entrate avrebbe consegnato in Procura, con i nominativi di soggetti sospettati di aver orchestrato una truffa alle assicurazioni, un noto chirurgo romano avrebbe consegnato 24mila euro alla commercialista Rossella Paoletti, finita in manette per associazione a delinquere insieme ad altre 12 persone, tra cui tre giudici tributari. Per gli inquirenti la donna fa parte di una “cricca” che, a suon di tangenti, avrebbe pilotato sentenze e fatto avere ai clienti sgravi fiscali non dovuti.
In questo caso, a pagare sarebbe stato Angelo Di Giorgio, dal 2005 docente di chirurgia generale dell'università “La Sapienza”. I soldi sarebbero poi stati spartiti tra la commercialista, Sandro Magistri, dipendente in pensione delle Entrate, e un funzionario in servizio. Grazie all'intercessione di Magistri, secondo gli investigatori, il nome del medico sarebbe stato eliminato dall'elenco di sospetti truffatori. E' scritto in un'informativa della Finanza.
E' il luglio 2013. Di Giorgio è un cliente della Paoletti. Come si legge nel documento, la commercialista «seguendo un modus operandi consolidato, dopo aver dato appuntamento al professore gli illustra la situazione chiedendogli circa 30mila euro per risolvere il problema». Il dottore accetta e ne consegna 24mila. In seguito le Entrate effettueranno nei suoi confronti solo un accertamento fiscale che, peraltro, sarà condotto dai funzionari amici di Magistri.
 

IL PIANO
Il 15 del mese le cimici della Finanza registrano un dialogo tra Paoletti e l'ex dipendente dell'Agenzia: parlano di varie pratiche e fanno riferimento anche a quella del professore. Magistri dice che Di Giorgio è stato inserito in una «lista di mascalzoni che hanno frodato le assicurazioni», ma specifica che, grazie al suo intervento, è stato escluso. Aggiunge pure che «per il buon fine della pratica» gli hanno chiesto «nove: sette a lui e due a me». Il 22 luglio viene convocato Di Giorgio. Paoletti espone la situazione e dice che per risolvere il problema servono 30mila euro. «C'ha la lista dei boni e la lista dei cattivi, eh… ora tu sei annoverato tra i soggetti buoni, quindi non verrai neanche inserito nelle liste» racconta. Il dottore, però, può pagare solo 24mila: «A 30 non c'arrivamo… in banca mi corrono appresso». La pratica va a buon fine. «I cattivi so' andati tutti in Procura perché hanno trasmesso altre situazioni… la tua è chiusa - dice la commercialista al medico - c'hanno trattato alla grande».