Perugia, Monteluce ferma: 30 imprese rischiano di fallire

Uno scorcio della nuova Monteluce
di Luca Benedetti
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Sabato 18 Gennaio 2020, 16:21
PERUGIA- L’affanno dell’operazione Monteluce diventa incubo per una trentina di imprese artigiane. Che devono ancora incassare un gruzzolo da Superenalotto e che da più di un anno si trovano, di fatto, con i pagamenti bloccati. Nonostante i lavori fatti. Anche quelli che si sono fermati perché per Monteluce le banche hanno chiuso i rubinetti.
Il conto dice che la cifra che le imprese devono avere è più vicina ai tre milioni che ai due. C’è chi aspetta di incassare anche 250mila euro per i lavori fatti. Il contagocce dei pagamenti si è seccato poco più di un anno fa. Le prime avvisaglie che il vento stava cambiando sono arrivate a novembre 2018. Niente soldi al Consorzio Cm e di Reggio Emilia che aveva vinto l’appalto dei lavori, un intervento da 28 milioni di euro sulla cinquantina prevista. Niente soldi alla capofila e, di conseguenza, niente soldi alle imprese a cui era stati affidati i lavori. Imprese praticamente tutte umbre che si sono costituite in consorzio. Tutte imprese aderenti a Cna.
Naturalmente la maggior arte sono imprese edili. Qui tre milioni non sono arrivati mai a destinazione. E visto che si tratta di imprese da dieci, massimo quindici dipendenti, quando non incassi 250mila euro è logico che il respiro inizia a farsi corto. Tant’è che qualcuno ha fatto i conti sulle parole del sindaco Andrea Romizi pubblicate ieri. E ha fatto i conti che c’è il rischio che una soluzione per fine febbraio sia una soluzione che rischia di arrivare quando alcuni degli imprenditori impantanati nella Monteluce che non si muove, saranno stati costretti ad alzare bandiera bianca.
«Qui se non ci pagano- dice un piccolo imprenditore- si salta per aria. Le banche già non ci scontano più gli effetti, non sappiamo come avere liquidità». Eccolo l’aspetto meno evidente della partta, ma che non c’è neanche bisogno di spostare il tappeto per capire come sia il più pesante.
Le imprese non lavorano, i soldi non girano e anche quelli che potevano essere riversarsi sul quartiere da più di un anno non ci sono più. Dentro alla crisi delle trenta imprese ci c’è di tutto. Chi a Monteluce ha iniziato a dare il primo colpo di piccone lì dove una volta c’erano i padiglioni del vecchio ospedale, fino a chi di quel mega cantiere che doveva ridisegnare una città e che adesso è un passo dal ko, ha fatto le forniture per le imprese che non lavorano più il cantiere fantasma: dal cemento alla carpenteria.
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