PERUGIA - Riqualificazione dell’area ex Palazzetti a Ponte San Giovanni, ciak si parte. Per il complesso di via Adriatica, in abbandono e nel degrado da anni, si è chiusa la pratica di acquisizione da parte dell’Ater, e il piano di rilancio voluto dal Comune con uno dei progetti Pinqua e finanziato con il Pnrr, è pronto a partire sulle proprie gambe. La linea del traguardo, è già tracciata: fine marzo 2026 (con l’obiettivo di terminare però i lavori entro novembre 2025). Da quel momento in poi «si chiuderà una ferita per Ponte San Giovanni», ha detto l’assessore comunale all’Urbanistica Margherita Scoccia. «Il quartiere ci guadagnerà in bellezza, sicurezza e utilità», ha aggiunto il sindaco Andrea Romizi, che ieri nel cuore di quell’incompiuto complesso edilizio ha incontrato la stampa per fare un grande punto su quello che succederà. Costata all’Ater 5,5 milioni, con importantissime risorse nazionali (il pacchetto completo supera i 20 milioni di euro, 21.941.711 per l’esattezza, lievitati dagli iniziali 15 milioni per il recente l’aumento dei costi) l’area dei palazzoni sarà ridotta di cubatura e diventerà un modello per efficienza energetica e qualità dell’abitare. Due aspetti che sono la base del Pinqua, che cambierà non solo quella fetta di Ponte San Giovanni destinato a diventare eco-quartiere, ma pure la fascia più centrale dove ci sarà grande attenzione anche alla mobilità alternativa.
Il progetto di via Adriatica, PS5G, prevede una riduzione sensibile della cubatura del complesso (si passa da 28mila metri cubi all’incirca alla metà), con la creazione di un mix di alloggi di edilizia residenziale sociale, a canone concordato, alloggi di edilizia libera, uffici, servizi di quartiere come un asilo nido che sarà preso in carico dal Comune, e di spazi di relazione. «Ora sta a noi fare sì che le risorse diventino valore pubblico a tutti gli effetti», ha detto il presidente di Ater Emiliano Napoletti.
Di «piena soddisfazione» per il percorso avviato ha parlato anche il consigliere comunale FdI Paolo Befani.