Perugia, disabili prigionieri del degrado. Un parco pieno di trappole e un sovrappasso chiuso da anni. La denuncia dell'associazione dei non vedenti

Ottavio Dorillo con il suo cane guida
di Riccardo Gasperini
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Venerdì 18 Novembre 2022, 08:36

Duecento metri pieni di ostacoli e pericoli. Sono quelli con cui devono destreggiarsi i cittadini che frequentano la piccola area verde che si sviluppa fra via Settevalli e via Ettore Ricci. Un percorso immerso nel verde, molto frequentato da chi abita in zona, che versa però da tempo in condizioni proibitive. I problemi sono stati segnalati più volte direttamente al Comune, ma di rimedi non c’è traccia. Se in tanti si dicono rassegnati, fra i residenti c’è chi non si arrende e chiede con fermezza una soluzione. L’appello parte da Ottavio Dorillo, non solo residente della zona ma anche presidente dell’Aniu l’associazione nonvedenti e ipovedenti. «Io oramai conosco il percorso e ci vado», ha detto Ottavio, accompagnato dal suo cane guida durante una passeggiata sul posto con il Messaggero, sottolineando che «questo tratto deve comunque essere messo in condizione di essere utilizzato in sicurezza». La situazione nell’area verde di via Ricci, la numero A36 nella mappatura del Comune, non è proprio incoraggiante. Molti tratti di staccionata sono danneggiati e presentano chiodi sporgenti. Ma quel che mette più in difficoltà chi passa lì, soprattutto anziani e portatori di handicap, è lo stato di buona parte dei vialetti. Sia l’ingresso del versante di via Ettore Ricci che quello di via Settevalli sono ridotti all’osso fra buche e profondi canali formati dall’acqua che, senza una adeguata regimentazione, ha scavato nel tempo novi percorsi. A danno, manco a dirlo, dell’integrità dei vialetti che, allo stato attuale, mettono in difficoltà chiunque. Lì oltretutto «una parte di percorso (dove c’è un piccolo smottamento) è stata chiusa almeno un paio di anni fa», spiega Dorillo che in prima persona, raccogliendo le segnalazioni dei residenti della zona, ha segnalato al Comune la situazione in più occasioni.

Di fatto uno dei sentieri del parco, che si sviluppa su tre livelli, è inutilizzabile. «I cani sono aumentati in zona e la corsia centrale era utile anche per non incrociarsi». L’auspicio di tutti è che quell’area, magari prolungando gli interventi fatti nel versante del parco di via Diaz, sia presto oggetto di riqualificazione. «Altrimenti è meglio chiudere l’accesso visto il pericolo che si corre passandoci», ammonisce Dorillo che alza l’attenzione anche su un altro fronte della viabilità pedonale della zona. Il sovrappasso di via Settevalli che collega, anzi collegava l’ottagono con via Caprera e via Antonietti. Chiuso oramai da circa 5 anni, è stato oggetto di dibattito anche in Comune, ma i lavori di sistemazione non sono mai partiti. «Eppure – spiega Dorillo – mi è stato detto che i fondi per i lavori ci sono. Ho sognato di trovarlo aperto, ma il sogno non si avvera…». Queste sono solo due delle situazioni critiche del quartiere in fatto di viabilità pedonale. A risentirne, sono soprattutto anziani e portatori di handicap, costretti ad alzare la voce per tutelare i propri diritti. A proposito di questo, il presidente dell’Aniu chiede più sensibilità e regole chiare su un altro tema: l’accesso dei cani guida nelle chiese. Lui stesso, recentemente, si è trovato in difficoltà nella limitrofa chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si era recato in occasione di un funerale. Su questo aspetto sono molte le situazioni in tutta Italia che hanno fatto discutere, senza però arrivare ad una soluzione, come accaduto ad esempio a inizio anno al duomo di Torino, solo per citare un caso molto seguito dalla cronaca, dove ad un uomo non vedente era stato chiesto di non accedere con il proprio cane guida.

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