Perugia, il caso del busto di Don Bosco, scomparso e poi ritrovato. L'ipotesi è quella dell'atto vandalico

Perugia, il caso del busto di Don Bosco, scomparso e poi ritrovato. L'ipotesi è quella dell'atto vandalico
di Riccardo Gasperini
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 08:46

PERUGIA - Risolto, almeno in parte, il caso del busto di don Bosco, scomparso presumibilmente nella serata di mercoledì. È stato ritrovato in mezzo alla vegetazione, a ridosso del basamento che lo sorregge dal 1966, grazie alla mobilitazione che si è creata appena due ex allievi si sono accorti di quanto accaduto. Cioè che il bronzo non era più al suo posto. Nell’immediato, come già riportato ieri su queste colonne, si è pensato ad un furto, ma a seguito del ritrovamento, avvenuto sempre mercoledì n tarda serata, si pensa ad un atto vandalico. «Pensiamo sia una bravata di qualcuno», dice al Messaggero il direttore dell’istituto Don Bosco don Claudio Tuveri che, trovandosi a Roma per impegni, è stato messo al corrente telefonicamente della vicenda. «Non penso che si tratti di un gesto mirato, non abbiamo avuto alcun tipo di segnale». Da qui, dopo il ritrovamento del busto a terra, ha preso concretamente forma l’ipotesi del gesto vandalico. I salesiani hanno sporto denuncia ufficializzando il fatto, del quale erano stati subito messi al corrente sia il sindaco Andrea Romizi che l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis che ha definito il gesto «un dispetto gratuito e pesante».

L’ACCADUTO I primi ad accorgersi che mancava la parte più importante al piccolo monumento, realizzato da Artemio Giovagnoni e situato all’angolo fra via Don Bosco e via Fiorenzo di Lorenzo, fuori dalla recinzione dell’istituto, sono stati due ex-allievi salesiani, Gaetano Mollo, professore ordinario emerito all’Università degli Studi di Perugia e Gianfranco Ciabatta, ex bancario. Come racconta anche La Voce, a conferma di quanto già anticipato su queste colonne, stavano passando nei pressi del Don Bosco e l’occhio è caduto sull’area del monumento, illuminata di notte.

Lì per lì nessuno si è accorto che il busto fosse a terra, nascosto dalla vegetazione. Poi, come sottolinea Claudio Cristallini dell’associazione ex-allievi salesiani «dopo un accurato sopralluogo, il busto è stato rinvenuto a terra». Nessun furto insomma, prima ipotesi emersa mercoledì sera. A questo aveva fatto pensare, ad esempio, il materiale del busto, interamente in bronzo. C’è anche da tenere conto che in zona sono recenti altri danni, come una serie di sfregi con lo spray sulle facciate di vari palazzi. La storia però si è rivelata diversa. Resta, chiaramente, la pista dell’atto vandalico. Un gesto cui gli ex-allievi, oggi guidati dal professor Fausto Santeusanio unitamente alla comunità salesiana, che da poco ha festeggiato i 100 anni di presenza in città, porranno presto rimedio. «L’opera sarà sistemata, il busto sarà presto ricollocato e ci sarà un momento ufficiale di celebrazione», ha specificato Tuveri.

L’INAUGURAZIONE Il monumento era stato donato dagli ex-allievi ed inaugurato il 24 aprile 1966. Le fotografie che ricordano la grande festa di inaugurazione sono state raccolte nel libro del novantesimo del Don Bosco intitolato «Cresciuti insieme con allegria». Scatti di un momento molto sentito in città, cui parteciparono l’allora sindaco, il professor Antonio Berardi, unitamente al presidente dell’epoca dell’unione ex-allievi, Angelo Tei. «A Don Bosco, gli ex allievi. 1966» riporta l’incisione sulla base dove presto tornerà a poggiare il busto bronzeo.

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