Anarchico assolto a Perugia
confessa l'attentato a Genova

Anarchico assolto a Perugia confessa l'attentato a Genova
di Egle Priolo
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Mercoledì 30 Ottobre 2013, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 18:14
PERUGIA - Assolto a Perugia perch il fatto non sussiste, confessa a Genova di far parte del gruppo anarchico Nucleo Olga del Fai Fri e si assume la responsabilit per l’attentato all’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, che il 7 maggio 2012 venne gambizzato davanti casa sua.

Questo il colpo di scena di ieri durante il processo ad Alfredo Cospito che il pm Manuela Comodi aveva accusato di associazione sovversiva e che la Corte d’assise ha assolto solo la scorsa settimana, insieme ad altre cinque persone, nell’ambito del processo ad Alessandro Settepani e a Sergio Maria Stefani, unico condannato e solo per il furto dell’auto in cui venne trovato dai carabinieri con a bordo i ganci metallici che secondo la ricostruzione della procura sarebbero serviti per sabotare la linea ferroviaria Orte Ancona.

E se a Perugia i giudici hanno stabilito l’insussistenza del gruppo anarcoinsurrezionalista, a Genova è stato lo stesso Cospito, insieme all’altro imputato Nicola Gai, ad ammettere la responsabilità nell’attentato e a rivendicarlo a nome della Cospirazione delle cellule di fuoco greche. Cospito e Gai, che devono rispondere di lesioni gravi con l’aggravante di terrorismo, furto e detenzione di arma clandestina, hanno letto in aula (prima di essere allontanati) due documenti in cui hanno raccontato nei particolari l’agguato e il modus operandi, per meglio chiarire la propria assunzione di responsabilità. Cospito ha citato lo scrittore anarchico Porcu, il padre fondatore dell’anarchismo Bakunin, ma anche Poe: il suo documento contiene tutta la retorica dell’anti-Stato e afferma in sostanza un'appartenenza ideale alla Cospirazione delle Cellule di fuoco greche in nome della quale l’attentato a Adinolfi è stato compiuto. Cospito voleva leggerlo in apertura dell'udienza ma il gup l’ha fermato e siccome lui continuava a leggere, il giudice l’ha fatto allontanare dall’aula. È stato poi il gup a leggere il documento di Cospito e anche quello di Gai ispirato da Caterina Caselli: «Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu». La procura ha chiesto la condanna a 12 anni per Cospito e a 10 per Gai, l’avvocato dello Stato il risarcimento per 1 milione di euro per il Governo e il ministero dell’Interno. I difensori hanno chiesto l’assoluzione per il reato di terrorismo.
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