Orvieto, la sfiducia al sindaco spacca il Pd. E Germani sceglie il nuovo assessore: Roberta Cotigni

Il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani
di Vincenzo Carducci
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Venerdì 18 Maggio 2018, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 18:04
ORVIETO - Ore di fibrillazione e attesa in Comune per le sorti del sindaco Giuseppe Germani. Il d-day è fissato per lunedì quando in occasione del comitato di coordinamento, appendice della conferenza dei servizi nella procedura di Via sull'ampliamento della discarica Le Crete, la Regione dovrà decidere se superare o meno il parere negativo dell'amministrazione comunale di Orvieto sul progetto presentato da Acea. Se dovesse arrivare il via libera, ha già annunciato il segretario comunale Andrea Scopetti, il Pd è pronto a scaricare il sindaco, "reo" di non aver fatto valere le ragioni del territorio e rispettare la mozione approvata all'unanimità in consiglio comunale, aprendo anche un fronte politico con la governatrice Marini. Per staccare la spina a Germani servirebbe una mozione di sfiducia ma i conti per Scopetti e soci rischiano di non tornare.

SOCCORSO M5S A GERMANI A far sballare il pallottoliere è la presa di posizione del M5S in soccorso del sindaco. «I cittadini - dice la capogruppo Lucia Vergaglia - non ci guadagnerebbero nulla ad avere un commissario di nomina prefettizia al posto di quel consiglio comunale che ha deliberato contro l'espansione della discarica. Da ambientalisti vediamo più svantaggi che elementi realmente favorevoli nel mandare a casa Germani per trovarci con le mani legate da questa poco funzionale e astuta mossa che avrebbe l'unica conseguenza di non potere impedire l'espansione che avverrebbe a Consiglio disciolto. Quindi, anche se elettoralmente per noi sarebbe un vantaggio, non interferiremo e neppure coglieremo quella che ci sarà presentata come l'occasione per scalzare un avversario. L'attacco che sembra banalmente volto a far emergere un nuovo candidato più duttile agli interessi di partito non fa parte del nostro modo di fare politica basato su temi e soluzioni». Senza l'appoggio compatto dell'opposizione, dunque, un'eventuale mozione di sfiducia a Germani ad oggi non avrebbe i numeri. Servono infatti almeno 9 voti su 17. Nell'opposizione si potrebbero pescare i consensi di FI (Tardani e Meffi), Identità e territorio (Olimpieri e Luciani) e di Sacripanti (Misto) che si andrebbero ad aggiungere a quelli dei tre consiglieri Dem vicini a Scopetti (il presidente del Consiglio Pettinacci, il capogruppo Taddei e Donatella Belcapo). Manca quindi un voto. Che non arriverà dall'altra parte del Pd. La minoranza, rappresentata in aula da Talanti e la Mescolini, si è già dissociata dall'attacco di Taddei che ha aperto la crisi di maggioranza, e ora anche Flavia Timperi prende le distanze. «Non condivido nel metodo e nel merito la posizione di una parte del Pd che non è stata minimamente condivisa con il gruppo consiliare». Difficile poi che un voto per abbattere Germani arrivi dai Socialisti (Di Bartolomeo) e da Sinistra Italiana (Rosati) che gli hanno già rinnovato la fiducia e soprattutto dalla "sua" lista civica Per Andare Avanti (Cotigni e Vignoli).

SCELTO IL NUOVO ASSESSORE Anche perché lo stesso Germani si starebbe apprestando a nominare il nuovo assessore che prenderà il posto lasciato vacante in Giunta da Massimo Gnagnarini, dimissionario dopo la nota vicenda di zio Adolf e i rom. Già domani, infatti, potrebbe essere comunicata alla maggioranza la scelta ricaduta su Roberta Cotigni, attuale vicepresidente del consiglio comunale, che dovrebbe andare a prendere le deleghe a Commercio e Marketing territoriale che erano di Alessandra Cannistrà. Quello della Cotigni era stato il primo nome uscito fuori all'indomani delle dimissioni dell'ex assessore ma in questi mesi il sindaco aveva tentato di battere altre strade. In un primo momento aveva cercato di tirare dentro pezzi del Pd a lui ostili puntando su Angelo Pettinacci e successivamente aveva cercato anche fuori dalla politica, ma senza fortuna, fino anche a pensare a un ripescaggio dello stesso Gnagnarini. Con la Cotigni in Giunta, sugli scranni del consiglio comunale entrerebbe Alessandra Frate. 

PD SPACCATO In questa situazione il Pd non è solo spaccato sul futuro della Giunta Germani ma rischia di andare in frantumi in ogni caso. La riunione della segreteria che si è tenuta giovedì sera ha confermato la linea dura e l'ultimatum legato alla decisione della Regione sull'ampliamento della discarica. Se la Regione dovesse dire sì ad Acea, senza i numeri per un'eventuale sfiducia la prima conseguenza potrebbe essere quella che un pezzo di Pd finisca di fatto all'opposizione anche se la maggioranza a quel punto si reggerebbe sugli umori dei pentastellati. Allo stesso tempo si farebbe complicata pure la posizione del segretario comunale Scopetti al quale la minoranza potrebbe chiedere conto sia che la Regione superi o meno il parere del Comune di Orvieto. In queste ore peraltro, su richiesta anche del Pd provinciale di Terni, si starebbe tentando di avere un incontro con l'assessore all'Ambiente Fernanda Cecchini per capire quali saranno gli orientamenti della giunta regionale in vista di lunedì.  

«NESSUN INCIUCIO» Intanto l'opposizione resta alla finestra, spettatore non pagante della crisi della maggioranza. Per la capogruppo di FI in consiglio comunale, Roberta Tardani, «non c'è esiste assolutamente nessun inciucio con il Pd» come hanno lasciato intendere gli attacchi dei giorni scorsi arrivati da Sinistra Italiana. «Vogliono solo tirarci dentro nel tentativo di destabilizzazione del Pd - dice - ma noi siamo alternativi a chi ha totalmente paralizzato la città per quattro anni. Mi sembra anche tardivo il tentativo da parte del Partito democratico di "ripulirsi" e prendere le distanze da Germani. A un anno dal voto scoprono che l'operato dell'amministrazione è stato insufficiente e che la Regione non ascolta il territorio? Noi lo diciamo da sempre».
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