Narni: duecento famiglie ricevono a casa il cibo "sotto scadenza" dei supermarket e ristoranti.

Narni: duecento famiglie ricevono a casa il cibo "sotto scadenza" dei supermarket e ristoranti.
di Marcello Guerrieri
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Lunedì 15 Luglio 2019, 19:42
NARNI Le duecento famiglie narnese, che aspettano un pasto caldo, guardano con attenzione ogni giorno al Centro Civico di Ciliano di Narni, dove vengono confezionati i loro pasti, frutto del recupero del cibo dei supermarket, ristoranti e negozi di alimentari del territorio. Parte da lì l’ assistenza domiciliare, il “Progetto solido”, il cibo che i volontari narnesi consegnano direttamente nelle abitazioni. Il progetto viene portata avanti da Stefania Sofia, sempre un po' di confusione tra nome e cognome, che si è laureata a Narni a Scienze dell’investigazione e poi si è lasciata coinvolgere dalla città, dall’amore e poi, da un lavoro così particolare ma anche emozionante: “Raggiungiamo quasi duecento famiglie ed è un compito davvero improbo – spiega – Il lavoro parte alle quindici quando i responsabili dei supermarket hanno individuato quello che potrebbe rimanere invenduto e che si dovrà gettare. Ci informano e quindi arriviamo noi, portiamo tutto al centro civico di Ciliano. È lì che “sporzioniamo”, che facciamo i pacchi per poi portarli alle famiglie in difficoltà”. E non solo a quelle: per esempio c’è un ipovedente che non riesce a cucinare ed aspetta che arrivino i volontari a portare cibo e speranza. Non sempre tutto va bene: a volte il cibo non arriva caldissimo. I “giri” sono tanti ed il personale e le auto invece sempre in un numero inferiore alle esigenze reali del territorio. Insomma, non tutto è perfetto. Però l’esperimento è davvero esaltante: “E’ tutto molto bello: siamo riusciti ad avere una collaborazione con la Coop Babele, il banco alimentare e molte altre associazioni ed allora tutto sta andando, piano piano nel verso giusto – spiega Lorella Sepi, dirigente comunale che ha in carico la questione - Arrivano ogni tanto i problemi di soldi ma insieme a tutti, riusciamo a risolverli. Con cadenza settimanale diamo anche pacchi alimentari”. La collaborazione sembra essere la strada vincente anche se l’azione con la parte “cattolica” dell’assistenza, con la Caritas, sembra non essere così sviluppata. Intanto manca un vero posto di riferimento per le richieste, un ufficio che non sia il comune per mettere tutti a proprio agio. L’assessore ai servizi sociali Silvia Tiberti ha riunito tutti gli aspetti della problematica e si è messa in cerca di una sede vera che possa poi catalizzare tutte le richieste. Per adesso la Caritas va per conto proprio ed anzi ha dovuto mettere in conto la chiusura del market di Amelia, che era stata una iniziativa un po' velleitaria della Caritas provinciale, che ha speso molti soldi senza che vi sia stato un vero ritorno. “Intanto sarebbe dovuto essere posizionato a Narni perchè sino a che è stato aperto abbiamo dovuto portare chi aveva bisogno ad Amelia con le nostre auto, creandoci un problema in più – dicono alla caritas parrocchiale. Narni, purtroppo, ha una dimensione doppia di quella di Amelia e, purtroppo, anche per il numero dei bisognosi, un record che non ambivamo ma è così, naturalmente”.
  
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