Narni, biodigestore alza bandiera bianca. Trecento tonnellate di rifiuti saranno dirottate su altri impianti

Narni, biodigestore alza bandiera bianca. Trecento tonnellate di rifiuti saranno dirottate su altri impianti
di Francesca Tomassini
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Giovedì 8 Settembre 2022, 10:00

NARNI Rifiuti in viaggio ma nessuno li vuole. Il biodigestore di Nera Montoro a causa di un guasto alza bandiera bianca e l'Auri attiva il mutuo soccorso su impianti alternativi per il conferimento dei rifiuti organici. Una tegola in testa per i residenti e i membri dei comitati ambientalisti dell'area orvietana, zona dove sono attivi alcuni degli impianti che accoglieranno quello che ad oggi Nera Montoro non può più gestire, che appena ricevuta la notizia hanno iniziato a rumoreggiare. Il provvedimento di Auri, come si legge nella delibera 280 emessa il 2 settembre, arriva a valle di una comunicazione ricevuta via pec da GreenAsm, gestore dell'impianto narnese insieme a Buttol, in cui si dichiara, a fronte di un evento imprevisto, l'impossibilità di continuare ad accogliere i rifiuti organici almeno fino al prossimo 10 settembre. Nello specifico, le trecento tonnellate conferite dai comuni del Sub Ambito 4. Per questo, per consentire i lavori di manutenzione straordinaria e il ripristino delle infrastrutture, Auri ha momentaneamente deviato il conferimento di circa 325 tonnellate di rifiuti organici verso altri impianti che hanno dato disponibilità. Ovvero, all'impianto Acea di Orvieto Le Crete andranno circa 50 tonnellate, a quello Sogepu di Città di Castello circa 50-60 tonnellate, al BioWastech4 di Foligno 100 tonnellate, ad Acea di Monterotondo Marittimo fra le 90 e le 100 tonnellate e infine, per eventuali esigenze residue sarà a disposizione quello Acea di Aprilia. Una vicenda travagliata quella del biodigestore di Nera Montoro che, dal suo allestimento nel 2012, è stato più volte al centro della bufera. Pietra dello scandalo, la puzza insopportabile che a seconda di come tira il vento investe una vasta area abitata. Da Nera Montoro, a Taizzano, Treie, Stifone, fino a San Liberato. Comitati ambientalisti e residenti più volte sono scesi in campo per rivendicare il proprio diritto ad una qualità della vita accettabile. «Da un paio d'anni -raccontano dal comitato Ambiente Basso Nera- avevamo risolto. Niente più cattivi odori. Poi, invece, a febbraio 2022 tutto è ricominciato. Sembra di vivere dentro il mastello dell'umido». I residenti non ci hanno pensato due volte, si sono attivati di nuovo con una massiccia mobilitazione. Video, cartelli lungo la via ortana e un esposto, presentato a fine agosto, con l'ipotesi di reato di getto di cose pericolose, firmato da oltre trecentocinquanta cittadini e inviato alla Procura di Terni, Arpa, Asl, Regione, Comuni e Ministero della Transizione Ecologica. Pochi giorni dopo, la Regione Umbria, motivandola con i risultati delle verifiche di Arpa Umbria che hanno evidenziato alcuni problemi tecnici all'impianto, ha inviato una diffida a GreenAsm prescrivendo alla società proprietaria del biodigestore di eliminare i problemi evidenziati entro una settimana che scadrà, appunto, il 10 settembre. Nel frattempo, i rifiuti andranno altrove. 

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