Monsignor Domenico Sorrentino guida la diocesi di Foligno “in persona episcopi”

Monsignor Domenico Sorrentino guida la diocesi di Foligno “in persona episcopi”
di Giovanni Camirri
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Lunedì 30 Agosto 2021, 10:17

FOLIGNO - Un momento di fede profondissimo. Questo è stato sabato l’ingresso in diocesi del vescovo Domenico Sorrentino che “in persona episcopi” è vescovo di Assisi, Nocera Umbra, Gualdo Tadino ed ora anche di Foligno che annovera anche i territori di Spello e Valtopina. “Vengo a Foligno – ha detto monsignor - sapendo di poter calcare orme sicure. Mi metto nel solco di una grande storia. Vi ringrazio tanto per l’accoglienza. Per me è un abbraccio. Sentitelo anche da parte mia verso di voi. Quando, nel 2008, fece l’ingresso a Foligno il carissimo monsignor Sigismondi, al cui percorso pastorale non farò fatica a dare seguito, rimasi impressionato dal calore con cui venne accolto. Mi feci l’idea dei folignati come di un popolo umano, cordiale, espansivo. Non avrei mai pensato che, dopo essermi fatto “assisano” con gli assisani, mi sarei fatto oggi anche “folignate” con i folignati. Lo faccio con vero piacere. Lo sento dal profondo del cuore. Il resto, cari fratelli e sorelle, ce lo diremo strada facendo. So che non vi aspettate più di quello che potrò darvi. Devo servire, insieme, due comunità diocesane. Sentitevi – ha proseguito - tutti ben voluti, stimati, abbracciati. Il mio abbraccio giunga soprattutto a chi, in questa Città e in questa diocesi, per i più diversi motivi, si trova in una condizione di disagio, di ristrettezza, di sofferenza. Ho voluto per questo iniziare dal “Germoglio meraviglioso”, e vi ho lasciato, come piccolo dono augurale, una meditazione su quella che Francesco d’Assisi avrebbe chiamato “sorella povertà”: tre balze da scalare, a cominciare da quella che il Santo scalò qui a Foligno con il celebre episodio della vendita della merce e del cavallo. Sarà bello poter camminare insieme”.

E c’è stato anche il saluto di monsignor Gualtiero Sigismondi già vescovo Foligno e poi amministratore apostolico della stessa diocesi, che ha consegnato il pastorale a monsignor Sorrentino accolto prima in piazza della Repubblica, dove San Francesco vendette i beni e dove è stato accolto dal sindaco Stefano Zuccarini, e poi nella chiesa di San Giacomo. “Fratelli miei carissimi – ha sottolineato monsignor Sigismondi -, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, Creatore della luce: presso di Lui non c’è variazione né ombra di cambiamento” (Gc 1,17). Le parole dell’apostolo Giacomo riassumono i pensieri che attraversano il mio cuore in questo momento che, nella sua solennità, è segnato da tratti di vera familiarità: porta per me la trepidazione del lasciare e per lei, carissimo arcivescovo Domenico, il timore e la gioia grande del ricominciare. La catechesi sul tempo, incisa sulle pietre del portale della facciata minore di San Feliciano, porta i segni indelebili della vicinanza tra le Chiese di Foligno e Nocera Umbra, documentata da una iscrizione del 1201 sullo stipite destro: “Anselmo, Vescovo della Chiesa di Foligno e di Nocera, fece fare quest’opera”. Questa iscrizione, quasi un presagio, ci invita a tenere fisso lo sguardo su Cristo, a cui “appartengono il tempo e i secoli”, e a lasciarci condurre al largo dallo Spirito, che è il segreto della vitalità inesauribile della Chiesa e del suo incessante rinnovamento. Fratelli e sorelle carissimi, mi congedo da voi come un contadino che, al termine di una giornata di lavoro dedicata alla semina, accarezza con lo sguardo benedicente la nuda terra, sognando “i campi che già biondeggiano per la mietitura” (Gv 4,35)”.

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