Perugia, Laura Santi porta la Asl Umbria 1 in tribunale sul fine vita: «Voglio una risposta»

Laura Santi in tribunale a Perugia con il marito Stefano Massoli e i suoi legali
di Egle Priolo
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 07:55

PERUGIA - È salita fino all'aula al secondo piano del tribunale in piazza Matteotti con la sua carrozzina. E lì, nell'udienza a porte chiuse davanti al giudice Arianna De Martino, ha detto solo una cosa: «Voglio avere una risposta».

Tigna perugina di chi ha sempre combattuto per le sue idee, la sua resistenza da 20 giugno Laura Santi l'ha dimostrata ieri all'interno del tribunale civile, in cui si è discusso il suo ricorso d'urgenza con il quale chiede alla Asl Umbria 1 di completare la procedura prevista per poter accedere al suicidio assistito. Laura, affetta da sclerosi multipla, non vuole morire. Anche questo lo ha detto mille volte. Ma vuole poter decidere del suo fine vita. E per questo vuole una risposta dall'azienda sanitaria, attesa da ben oltre un anno. «Ho diritto ad avere una risposta», ha sottolineato Santi parlando con i giornalisti dopo l'udienza, in cui il giudice si è riservato la decisione. Per un procedimento civile (insieme a quello penale) aperto dopo che Santi, con l'associazione Luca Coscioni e l'avvocato Filomena Gallo, ha chiesto «una risposta completa che consenta di concludere la procedura per accedere all'aiuto al suicidio assistito» come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019, ma la Asl non ha risposto per mesi, fino all'ammissione che «il Comitato Etico non ha ancora un assetto organizzativo ed operativo per esprimersi nella materia, sancendo definitivamente l’impossibilità per Laura Santi di completare il percorso». «È stata un'udienza tecnica ma nella quale si è discusso di un diritto fondamentale – ha chiuso la 48enne, giornalista e attivista -. Sono ormai oltre 400 giorni che sto aspettando una risposta, con una malattia grave, irreversibile e soprattutto progressiva. Ho chiesto una risposta alla Usl. Una risposta che non è arrivata e l'Azienda non può fare a scaricabarile. Voglio una risposta».
 

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