Hashish e marijuana, ma, soprattutto eroina e cocaina, il cui consumo è in continua crescita. I dati della Prefettura su chi fa uso di droga fotografano in maniera chiara, l'universo dei consumatori, quelli che vengono segnalati come assuntori dalle forze dell'ordine e che devono sostenere un colloquio con il Nucleo operativo tossicodipedenze per essere informati sui rischi dell'assunzione di droga e sui servizi che ci sono sul territorio.
L'anno scorso la prefettura ha ricevuto dalle forze dell'ordine 258 segnalazioni di consumatori trovati in possesso di sostanze per uso personale: soprattutto hascisc e marijuana, ma , come detto, in forte crescita c'è soprattutto il consumo di eroina e cocaina.
L'età media degli assuntori è quella tra i 25 e i trent'anni, con 163 segnalazioni, ma salgono a 28 quelle di adolescenti tra 15 e 19 anni. In questo contesto la drammatica vicenda di Flavio e Gianluca - nonostante i ragazzi non fossero consumatori abituali, ma per la prima volta si fossero avvicinati al mondo delle sostanze - uccisi da un'overdose di metadone, assume dei contorni ancora più gravi. Perchè sono tanti i giovani che finiscono nella rete delle forze dell'ordine. E questi numeri non fotografano, secondo gli esperti che una piccola parte della realtà. «Le segnalazioni sono solo la punta dell'iceberg. Esiste un mondo sotterraneo sul consumo da parte dei minori che le forze dell'ordine non possono intercettare e che mette in luce una realtà che nella città si continua ad ignorare e che invece va considerata» dice Giulio Trivelli, sociologo e psicologo esperto in disagio giovanile e dipendenze, impegnato nel progetto Eskere del Comune sul consumo tra i giovanissimi. «Che ci piaccia o meno ci sono tanti spacciatori perché ci sono tanti consumatori - aggiunge - le dosi di cocaina sono scese a 20 euro. Un budget pensato in funzione della paghetta dei ragazzini. I dati nazionali ci dicono che non c'è stato un picco nel consumo tra i giovanissimi ma le ricerche, seppure validate scientificamente e non calate sulla realtà locale, non riescono a intercettare le reali dimensioni del fenomeno». Trivelli è convinto che «a Terni mancano spazi che possano contenere le necessità dei ragazzi. Dove non si sono grossi stimoli - dice - è più facile rifugiarsi nell'alcol e nelle sostanze e finire in giri dai quali uscire è molto complicato».
E il metadone killer è tornato con prepotenza sul banco degli imputati per la morte di Mehdi Tabei, 44 anni, tunisino che viveva a Terni da quando era un ragazzino. Trovato senza vita la sera del 19 dicembre a casa di un noto tossicodipendente in cura per disintossicarsi, che lo ospitava da qualche settimana. E che teneva le fialette del metadone incustodite sul frigorifero.
Nicoletta Gigli
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