«La coperta troppo corta non è una risposta accettabile». Per Confartigianato il nuovo ospedale di Narni e Amelia è la priorità

«La coperta troppo corta non è una risposta accettabile». Per Confartigianato il nuovo ospedale di Narni e Amelia è la priorità
di Aurora Provantini
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 16:50

TERNI – Sull’urgenza, dopo quarant’anni  di rimpalli di responsabilità e di mancanza di fondi,  di realizzare il nuovo ospedale di Narni e Amelia, interviene Confartigianato. «La “coperta corta” è la metafora dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture sanitarie della nostra Regione – dice Mauro Franceschini -  che non riescono a garantire la realizzazione della nuova struttura».

L’idea di un ospedale comprensoriale, in località Cammartana, che potesse integrare la sua funzione con il Santa Maria, di alta specialità,  piena di prospettive positive. «Il vecchio impegno che la Regione e l’ Usl Umbria 2 presero con i sindaci dei comuni interessati - Confartigianato in una nota - a questo importante progetto non ha mostrato la direzione e il verso che dovrebbero condurre la sanità pubblica a soddisfare la richiesta, da parte della cittadinanza, di cure più efficaci e più rapide».

«A tal proposito rileviamo che esiste una grande differenza tra le dichiarazioni ufficiali sui livelli qualitativi delle prestazioni erogate dalle strutture sanitarie del territorio e le prestazioni percepite dall’utenza.

Questo ci preoccupa particolarmente  - sottolinea Franceschini - perché significa che esistono dei punti critici che generano insoddisfazione e disagi ed evidentemente non sono in atto interventi di nessun tipo per risolvere queste criticità. I cittadini specialmente i meno abbienti, impossibilitati per ovvie ragioni ad accedere alle cure private, chiedono di esercitare il diritto ad essere curati al meglio».

L’impegno della Regione e dell’Usl2, per Confartigianato «deve essere adempiuto». «Per ora la montagna non è riuscita nemmeno a partorire il classico topolino: le urgenti necessità dei cittadini non possono attendere oltre che il progetto superi le secche di una burocrazia opprimente che, nel nostro “Bel Paese”, nessuna riforma è mai riuscita a debellare».

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