L'incredibile storia di Yuli,
in anteprima al Festival del Cinema di Terni,
Alfonso: «Un inno alla danza e allo spirito di sacrificio»

L'incredibile storia di Yuli, in anteprima al Festival del Cinema di Terni, Alfonso: «Un inno alla danza e allo spirito di sacrificio»
di Aurora Provantini
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Giovedì 17 Ottobre 2019, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 10:26

Esce oggi nelle sale cinematografiche il film sulla storia del ballerino cubano Yuli, presentato in anteprima al “Terni Pop Film Fest” e che ha fatto arrivare flotte di scuole di danza del territorio al Cityplex .
Il  Festival si è infatti concluso con la proiezione di “Yuli danza e libertà” di Icíar Bollaín scritto dallo sceneggiatore Palma D’Oro, Paul Laverty, alla presenza dell’attore Santiago Alfonso.
Un appuntamento che ha fatto riempire  il Politeama di aspiranti ballerini accorsi appositamente per vedere il film dedicato all’incredibile storia di Carlos Acosta (in arte Yuli), ormai diventato leggenda. “Questo film è un inno alla volontà, allo spirito di sacrificio e all’impegno – ha spiegato Santiago Alfonso – è stato un lavoro difficile sul personaggio perché c’era una forte contraddizione tra il sogno e la realtà in cui è vissuto.  Il talento non è nulla senza il sacrificio e la disciplina. Bisogna usare il corpo e la mente come un tutt’uno”.  Concetto che ha colpito molto gli studenti di danza delle suole ternane. Il film mostra quanto il razzismo fosse uno scoglio radicato negli anni in cui visse Yuli.  Santiago Alfonso ha confermando che “la politica cubana che viene rappresentata nel film è la dura realtà di quel periodo”.  “E solo grazie alla rivoluzione, i neri sono potuti entrare al “Tropicana” (storico locale cubano, ndr), dove per trent’anni sono stato il direttore”, replica l’attore. 
La storia di Yuli viene “servita” come una lotta tra un padre che riconosce nel figlio un talento raro e un bambino che dapprima si oppone e poi accetta il suo destino. “Obbligato dal padre, che gli impone lo studio della danza per potergli offrire l’opportunità di voltare le spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo, quel bambino giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a Nureyev e Baryshnikov”.
Negli anni Ottanta la famiglia di Yuli è numerosa e fatica ad arrivare a fine mese. Papà Pedro “ordina” al figlio di danzare e lo fa entrare nella scuola nazionale di balletto di Cuba. Yuli, nonostante stupisca gli insegnanti per la sua bravura, è un ragazzo ribelle che preferisce il pallone al “grand pilè”, alla schiena dritta e alle gambe tese. Scappa. Il padre lo “riacchiappa”. Lo imbarca diciottenne per Londra:  Yuli riconosce e accetta il suo miracoloso talento. 
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