«Ho un fucile», papà minaccia i sanitari dell'ospedale di Perugia. Il racconto durante la fiaccolata per la dottoressa uccisa

La fiaccolata a Perugia in memoria di Barbara Capovani
di Egle Priolo
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Venerdì 5 Maggio 2023, 09:21

PERUGIA - «Ho un fucile». Parole gravissime pronunciate da un papà. Con la faccia di chi non scherza. E se da un alto c’è l'aspetto umano legato a un bimbo che probabilmente è all’ennesimo accesso in ospedale, dall’altro c’è un nuovo fatto inquietante: minacce e aggressioni al personale medico sanitario dell’ospedale Santa Maria della misericordia. Che non fa eccezione rispetto al resto d’Italia e per il quale recentemente il questore Giuseppe Bellassai ha disposto un rafforzamento dell’organico degli agenti in servizio al posto fisso di polizia dell’ospedale. Un presidio importantissimo, fondamentale, all'ospedale di Perugia.

L’ennesima aggressione, che seppur verbale ha creato paura e rabbia nel personale oggetto alle ire del padre col porto d'armi, è emersa tra i racconti della fiaccolata di mercoledì sera all’esterno dell’ospedale promossa dall’Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Perugia in memoria della psichiatra Barbara Capovani, uccisa da un paziente nei giorni scorsi in Toscana, e per dimostrare solidarietà e vicinanza a tutti i familiari dei sanitari vittime di aggressione nell’esercizio della professione. Oltre duecento i partecipanti: tanti e commossi.
E l'atto di violenza e minaccia a Perugia si era verificato appena qualche ora prima, proprio nella giornata di mercoledì. «Un fatto grave – ha sottolineato il direttore generale Giuseppe De Filippis – che merita una riflessione da parte di tutti di noi e un preciso impegno per cercare di arginare la piaga della violenza contro il personale sanitario. Questo tipo di violenza è un danno non solo al singolo operatore, ma all’intera collettività».
Del resto, i dati delle aggressioni e degli atti di violenza sul lavoro nella sanità e assistenza sociale sono preoccupanti, con 141 casi in Umbria (115 con aggressione verbale e 26 fisica) nel 2022 (47 nel 2021, 79 nel 2020). In 123 segnalazioni non si è registrato nessun danno, in 17 un danno lieve/moderato e in un caso un danno severo. Oltre ai classici luoghi dell’emergenza ora gli atti di violenza sono poi in crescita in area medica e nelle sale di attesa.
La presidente dell’Ordine, Verena De Angelis, ha sottolineato come «ciascuno di noi faccia esperienza del disagio che si prova dinanzi ad una minaccia e della preoccupazione che ci segue anche terminato l’orario di lavoro. La violenza ha tante forme differenti e abbiamo il dovere di contrastarle tutte».
Il sindaco Andrea Romizi, ha posto l’accento su come la violenza contro gli operatori sanitari vada «affrontata con l’impegno corale delle istituzioni e delle forze dell’ordine, ognuno per la propria parte di competenza».
Il rettore Maurizio Oliviero presente assieme, tra gli altri, al vescovo Ivan Maffeis e al direttore sanitario Arturo Pasqualucci, ha sottolineato come bisogna «assumerci collettivamente l’impegno di compiere una profonda riflessione, individuale e condivisa, sul nostro rapporto con le istituzioni».

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