Psichiatra uccisa a Pisa, una collega: «Tre quarti delle aggressioni riguardano le donne»

Psichiatra uccisa a Pisa, una collega: «Tre quarti delle aggressioni riguardano le donne»
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Giovedì 4 Maggio 2023, 17:23 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 12:25

Dieci anni fa, Paola Labriola, la psichiatra uccisa con 57 coltellate a Bari, da un paziente. Era il 4 settembre del 2013. Il 21 aprile scorso, Barbara Capovani, aggredita fuori dal suo reparto all'ospedale Santa Chiara di Pisa e morta dopo due giorni di agonia. In mezzo tante altre aggressioni. «Tre quarti riguardano le donne, noi psichiatre rischiamo di più». Caterina Scafariello, collega di Paola e Barbara, ha seguito la fiaccolata organizzata a Roma per la dottoressa Capovani. «Voglio amore», lo striscione che apriva il corteo a cui hanno partecipato in migliaia nella Capitale. E diecimila hanno sfilato a Pisa, altre migliaia a Bari, Milano, Napoli, Genova, Ragusa, Siracusa, Cagliari, Perugia e in altre città.

«La psichiatria è diventata la Cenerentola del Servizio sanitario nazionale», sostiene la dottoressa Scafariello, dirigente psichiatra in una struttura pubblica. «I posti di polizia negli ospedali sono stati aboliti e sono in aumento le aggressioni: dal 1998 al 2012 sono sati uccisi in Italia 18 medici nell’esercizio della professione. In un contesto in cui la solitudine e l’isolamento stanno dilagando, aumenta l’aggressività. Nelle postazioni di guardia medica le colleghe e i colleghi sono quasi sempre soli, e più volte sono stati aggrediti.  Va detto che molte di queste aggressioni fisiche o verbali non vengono denunciate anche per timore di ritorsioni»I dati dell’Inail diffusi lo scorso marzo in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari indetta dal Ministero della Salute evidenziano l'aumento del numero di casi di aggressioni, violenze, minacce: più di 4.800 nel triennio 2019-2021.

Anche la psichiatra ha rischiato di essere aggredita. «Mesi fa sia la collega di pronto soccorso che io stessa siamo state minacciate da un simulatore violento, e solo l’intervento delle forze di polizia da noi allertate ha sventato il peggio», racconta Caterina Scaferiello «Ora è il tempo delle lacrime, delle fiaccole che onorano questa nostra eroina. Ma in seguito non dovrebbe mancare il tempo per la mobilitazione per cambiare veramente qualcosa nel campo dell’assistenza pubblica alla salute mentale. Più fondi, più personale, e anche il riconoscimento che forse il nostro è  un mestiere usurante che richiede presenza, dedizione, accortezza, insomma, tante cose insieme, fermo restando che siamo sempre donne e uomini con le nostre fragilità. Chiediamo alle istituzioni di ascoltarci e di provvedere le risorse necessarie».

LA SAPIENZA

La psichiatra uccisa a Pisa è stata commemorata anche alla Sapienza: la fiamma di una candela nel buio della Città Universitaria, così l'Università di Roma ha aderito attraverso un video social alle iniziative per ricordare Barbara Capovani. Con l'occasione la rettrice Antonella Polimeni ha voluto ricordare tutte le operatrici e gli operatori sanitari e sociosanitari vittime di violenze nei luoghi di lavoro, ponendo l'accento sulla necessità di una maggiore collaborazione tra le istituzioni per rendere più sicure le strutture in cui i professionisti della salute operano giornalmente per garantire a tutti cura ed assistenza. «Da rettrice di un'università  nonché da medico, sono ben cosciente delle difficoltà che il nostro personale incontra quotidianamente. La crescente crisi economica e sociale ha visto l'acuirsi di situazioni di tensioni e di pericolo per i nostri medici, infermieri, operatori del settore e giovani universitari in formazione. Certamente ognuno deve fare la sua parte per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure. È solo con un impegno serio e concreto di tutte le Istituzioni che si potrà contrastare quella che è una vera e propria emergenza sociale»

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