Foligno, «Presentavo Tizio a Caio»
I trucchi della truffa all'Inps

Foligno, «Presentavo Tizio a Caio» I trucchi della truffa all'Inps
di Giovanni Camirri
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Venerdì 4 Marzo 2016, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 17:58
FOLIGNO - «Ma io posso sempre... io presentavo Tizio a Caio e poi facevano ...». E’ un frammento che spiega il sistema per truffare l’Inps. La frase è contenuta in una delle conversazioni che i poliziotti del Commissariato e i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno ascoltato durante i lunghi mesi di accertamenti e verifiche culminati dell’esecuzione di 31 ordinanze (5 in carcere, 9 ai domiciliari e 17 obblighi di dimora) dell’ “Operazione Open Doors”. Una indagine complessa che ha portato a contestare l’associazione per delinquere, a carico di 5 persone facenti parte di una agenzia di affari, finalizzata alla truffa aggravata in danno dell’Inps, alla contraffazione di documentazione di lavoro e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (ottenimento di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, riconoscimento della cittadinanza italiana concessione di benefici previdenziali, assistenziali e disoccupazione), mentre per tutti gli altri destinatari delle ordinanze restrittive quella di concorso nei reati contestati. La task force che ha lavorato all’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto nella persona del procuratore capo Alessandro G. Cannevale e del sostituto procuratore Gennaro Iannarone (i provvedimenti custodiali sono stati emessi dal Gip Augusto Fornaci) ha visto operare tre poliziotti del Commissariato guidato dal vicequestore Bruno Antonini e tre militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro coordinato dal luogotenente Angelo Borsellini. Un lavoro certosino, quello svolto dalla task force, svolto lontano dai riflettori e nel più stretto riserbo, che alla fine ha premiato i poderosi sforzi investigativi. L’indagine, infatti, prosegue e non si ferma ai 31 destinatari delle ordinanze eseguite nella notte di mercoledì da 100 tra poliziotti e carabinieri che hanno operato con 40 mezzi eseguendo misure, perquisizioni e sequestri anche fuori regione. Al vaglio degli investigatori non c’è solo il danno procurato all’Inps che ammonta a circa un milione di euro e diverse centinaia di permessi di soggiorno illecitamente ricevuto. Al setaccio vengono, infatti passate, le posizioni di quasi 300 indagati relativamente a permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, contributi, assegni familiari e di disoccupazione. In questo contesto i 31 destinatari delle ordinanze avevano ruoli specifici. Al vertice della piramide c’è l’agenzia di affari ai cui componenti viene contestata l’associazione a delinquere. Ci sono poi 9 procacciatori e 17 fittizi datori di lavoro. Il milione di euro accertato quale danno all’Inps è solo una minima parte, ritengono gli investigatori, di una danno complessivo che potrebbe veder aggiunti altri 3 milioni di euro. Cifra quest’ultima che è stata “salvata” proprio grazie al lavoro della task force interforze che ha bloccato le pratiche relative che ora sono oggetto di accertamenti. C’è poi da capire l’esatta portata dell’attività dell’agenzia di affari che dalla sua sede di Foligno potrebbe esser divenuta punto di riferimento di un contesto che potrebbe superare i confini regionali. Ma questo lo accerterà l’indagine con i suoi ulteriori sviluppi.
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