LA QUESTIONE
“Un parte del mondo associativo – ribadiscono le due mamme - riterrebbe tale misura come elemosina, ma per noi la misura indiretta cioe lassistenza personale autogestita ai genitori rimane risorsa indispensabile, viste le difficoltà economiche che comporta crescere un figlio nella disabilità, o assistere un coniuge disabile o genitore anziano. In Umbria su 20 milioni di euro relativi al Fondo Nazionale Non Autosufficienza, il Prina eroga appena 6 milioni alle famiglie sulla base di progetto e rendicontazione. Tutto il resto va ai servizi preconfezionati proposti ed erogati dalle Cooperative. Pertanto la scelta non e una scelta, ma una unica possibilità di mettere i figli dentro le strutture e non farli vivere nella società di cui fanno parte.
Il diritto al lavoro rimane un tabu non accessibile in nessun modo. Il futuro che auspichiamo per i nostri figli è vivere dentro la società e a casa propria con tutti i sostegni e non dentro una struttura fuori dalla società e dalla inclusione sociale se non per scelta personale”.
LA SITUAZIONE
“Al momento – viene ricordato - solo Foligno (capofila della zona sociale n° 8) sta garantendo ai minori con Autismo (per la prima volta) la possibilità di “accedere ad un budget/contributo” di € 600/mese per creare un progetto completo che preveda la scelta ed assunzione di un assistente personale che accompagni nei vari momenti della vita, il ragazzo con Autismo, permettendo socializzazione, accesso anche ad attività sportive e con i ragazzi normodotati nel rispetto dei tempi e difficoltà del singolo. Auspichiamo che questo intervento possa essere esteso a tutti le persone con disabilità minori, adulte e ultrasessantacinquenni in quanto i fondi da cui attingere ci sono”.
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