L'Associazione famiglie disabili conta oltre 600 iscritti. A far arrabbiare l'Afad ci sono quei 170 mila euro «risparmiati con la nuova riforma dei trasporti e che invece non si sa che fine abbiano fatto. «Soldi, in realtà, spariti. Era stato deciso di utilizzare queste economie per finanziare la ripresa delle attività motorie aggiunge la presidente - in ballo c'erano anche altre attività affini, come l'attività in palestra, la piscina e l'attività a cavallo. Invece, niente, nulla di tutto ciò. In realtà, a proposito di quei fondi, non abbiamo avuto più notizie». Dulcis in fundo il varo da parte del Comune di una commissione per la valutazione dei cosiddetti Progetti di Innovazione sociale. «E a noi nessuno ci ha coinvolto nel processo di individuazione degli obiettivi, nessuno ci ha chiamato, nessuno ha condiviso con noi le priorità e stiamo parlando di un qualcosa che si aggira intorno a 1.5 milioni di euro. La verità è che a Terni, in Comune, è cambiato solo il colore, ma il modo di fare resta lo stesso».
Ma cosa rispondono dal Comune. A spiegare la situazione è l'assessore al Welfare e al sociale Cristiano Ceccotti. «Abbiamo fatto il massimo cercando di dare risposte alle varie associazioni in una situazione di grave situazione sanitaria dove, nella realtà, si possono fare solo delle ipotesi. Personalmente non ho mai tolto una risorsa al sociale. Le 170 mila euro tirate in ballo dall'Afad fanno parte del bilancio. Non e stata sottratta nessuna risorsa. C'è in realtà l'impegno di attivare un servizio che era invece fermo da due anni». E per quanto riguarda i progetti vita indipendente? «Noi abbiamo chiesto la continuità per quanto riguarda questi progetti, con incontri anche presso la Regione dove l'assessore Luca Coletto si è anche impegnato al riguardo. In periodo di Covid 19 siamo riusciti immediatamente a tramutare le ore di scuola in ore di sollievo entrando, quindi, nelle case di 234 ragazzi ternani diversamente abili. Insomma, non ci sembra proprio di essere rimasti a guardare».
Fanno discutere anche le modalità cR on cui è stato affrontato il varo dei progetti di innovazione sociale. «Si tratta di un avviso pubblico ministeriale dove c'è massima trasparenza e dove io non posso coinvolgere nessuno e quindi neanche le associazioni conclude Ceccotti Noi dobbiamo trovare solo un partner per la cooprogettazione, quindi con una procedura di assoluta evidenza pubblica».
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