Difficile da credere, ma in effetti di risparmio si tratta, perché lo scorso anno la torta era da un milione e mezzo. E così i sindacati puntano i piedi, al grido di battaglia: «Troppi tagli ai premi dei dirigenti». La Cisl ci starebbe, i dirigenti iscritti alla Cgil - non sono pochi - protestano e gli autonomi sono pronti ad arrivare in Tribunale: guai a chi ci tocca i premi, ci spettano per contratto.
La sforbiciata da mezzo milione cade su quel mega panettone che si chiama “fondo 2012 (pagato a inizio 2014) per gli incentivi di indennità di risultato dei dirigenti” della Regione. Il taglio è stato tradotto in un accordo: deve firmarlo la giunta regionale e i sindacati, ma siamo fermi alla “pre-intesa”. Oltre, per ora, non si va. Perché i sindacati fanno una gran fatica a digerire - e a far digerire - la sforbiciata ai loro iscritti. Centesimo in più, centesimo in meno, un dirigente guadagna 80mila euro l'anno e 15mila sono i premi. Nei giorni scorsi è andata in scena un'assemblea parecchio agitata dei 63 dirigenti della Regione: «A noi chiedono sacrifici, ma solo qualche mese fa hanno aumentato del 10 per cento le retribuzioni ai direttori (in totale in Regione sono 9)».
L'opposizione va all'attacco: «Oltre un milione di euro stanziati dalla Regione per i premi di produttività dei dirigenti regionali, che vanno ad aggiungersi alle cifre faraoniche delle retribuzioni - tuonano Andrea Lignani (Fdi), Massimo Monni e Massimo Mantovani del Ncd - cifre scandalose che meritano un approfondimento. Abbiamo presentato richiesta di accesso agli atti. Vogliamo vedere i curricula dei dirigenti, gli obiettivi assegnati e le valutazioni».
«È imbarazzante il silenzio dei sindacati - aggiunge Monni (Ncd) - con certi atteggiamenti non riescono a tutelare chi ha davvero bisogno».
LA DIFESA «Sbagliato parlare di premi, si tratta dell'applicazione del contratto nazionale di lavoro - spiega l'assessore al personale Vincenzo Riommi - il contratto prevede una parte di retribuzione fissa e una parte variabile: quest'ultima (erogata sulla base della valutazione degli obiettivi assegnati e dei risultati conseguiti) è una componente obbligatoria. Noi, comunque, abbiamo ridotto la dirigenza».
Di fatto, la riforma Riommi ha eliminato qualche poltrona. Prima i dirigenti effettivamente al lavoro in Regione erano una settantina, ma si dividevano i premi per 100 posizioni dirigenziali. Tante erano previste - in teoria - nella pianta organica. In pratica, c'era chi faceva il dirigente nel proprio ufficio e contemporaneamente il dirigente ad interim per l'ufficio accanto. Risultato: premio doppio, ovviamente.
L'assetto della Regione è fatto così: un migliaio di dipendenti, 280 posizioni organizzative (tra 6 e 12mila euro di indennità), 63 dirigenti (bonus da 15mila euro) e 9 direttori che guadagnano circa 130mila euro l'anno. Tra questi ultimi, uno rientra nei conti della sanità perché è a capo dell'agenzia «per gli acquisti al risparmio di Asl e ospedali». A Palazzo Donini, comunque, hanno stabilito un tetto agli stipendi: 150mila euro lordi, cioè il trattamento economico della presidente Marini. E si fa presto a dire risparmio.
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