Regione, guerra dei dirigenti: in 63
si spartiscono un milione di euro di premi

Regione, guerra dei dirigenti: in 63 si spartiscono un milione di euro di premi
di Federico Fabrizi
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Venerdì 6 Dicembre 2013, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 16:18
PERUGIA - Si fa presto a dire risparmio. La pattuglia dei 63 dirigenti della Regione si sta per dividere un gruzzolo da un milione di euro di premi.

Difficile da credere, ma in effetti di risparmio si tratta, perché lo scorso anno la torta era da un milione e mezzo. E così i sindacati puntano i piedi, al grido di battaglia: «Troppi tagli ai premi dei dirigenti». La Cisl ci starebbe, i dirigenti iscritti alla Cgil - non sono pochi - protestano e gli autonomi sono pronti ad arrivare in Tribunale: guai a chi ci tocca i premi, ci spettano per contratto.



La sforbiciata da mezzo milione cade su quel mega panettone che si chiama “fondo 2012 (pagato a inizio 2014) per gli incentivi di indennità di risultato dei dirigenti” della Regione. Il taglio è stato tradotto in un accordo: deve firmarlo la giunta regionale e i sindacati, ma siamo fermi alla “pre-intesa”. Oltre, per ora, non si va. Perché i sindacati fanno una gran fatica a digerire - e a far digerire - la sforbiciata ai loro iscritti. Centesimo in più, centesimo in meno, un dirigente guadagna 80mila euro l'anno e 15mila sono i premi. Nei giorni scorsi è andata in scena un'assemblea parecchio agitata dei 63 dirigenti della Regione: «A noi chiedono sacrifici, ma solo qualche mese fa hanno aumentato del 10 per cento le retribuzioni ai direttori (in totale in Regione sono 9)».



L'opposizione va all'attacco: «Oltre un milione di euro stanziati dalla Regione per i premi di produttività dei dirigenti regionali, che vanno ad aggiungersi alle cifre faraoniche delle retribuzioni - tuonano Andrea Lignani (Fdi), Massimo Monni e Massimo Mantovani del Ncd - cifre scandalose che meritano un approfondimento. Abbiamo presentato richiesta di accesso agli atti. Vogliamo vedere i curricula dei dirigenti, gli obiettivi assegnati e le valutazioni».

«È imbarazzante il silenzio dei sindacati - aggiunge Monni (Ncd) - con certi atteggiamenti non riescono a tutelare chi ha davvero bisogno».



LA DIFESA «Sbagliato parlare di premi, si tratta dell'applicazione del contratto nazionale di lavoro - spiega l'assessore al personale Vincenzo Riommi - il contratto prevede una parte di retribuzione fissa e una parte variabile: quest'ultima (erogata sulla base della valutazione degli obiettivi assegnati e dei risultati conseguiti) è una componente obbligatoria. Noi, comunque, abbiamo ridotto la dirigenza».

Di fatto, la riforma Riommi ha eliminato qualche poltrona. Prima i dirigenti effettivamente al lavoro in Regione erano una settantina, ma si dividevano i premi per 100 posizioni dirigenziali. Tante erano previste - in teoria - nella pianta organica. In pratica, c'era chi faceva il dirigente nel proprio ufficio e contemporaneamente il dirigente ad interim per l'ufficio accanto. Risultato: premio doppio, ovviamente.



L'assetto della Regione è fatto così: un migliaio di dipendenti, 280 posizioni organizzative (tra 6 e 12mila euro di indennità), 63 dirigenti (bonus da 15mila euro) e 9 direttori che guadagnano circa 130mila euro l'anno. Tra questi ultimi, uno rientra nei conti della sanità perché è a capo dell'agenzia «per gli acquisti al risparmio di Asl e ospedali». A Palazzo Donini, comunque, hanno stabilito un tetto agli stipendi: 150mila euro lordi, cioè il trattamento economico della presidente Marini. E si fa presto a dire risparmio.
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