Corovanirus, immunizzato solo un umbro su 800

Corovanirus, immunizzato solo un umbro su 800
di Federico Fabrizi
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Gennaio 2021, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 09:46

PERUGIA - Scende appena il numero dei positivi al Covid, ma non smette di aumentare la cifra delle vittime del virus: altre sei. Il bollettino diffuso ieri dalla Regione Umbria sconta i numeri del weekend, con appena 473 tamponi analizzati dai laboratori.
Risultano 66 i nuovi casi di positività al Coronavirus in Umbria (ben 34.135 dall’inizio della pandemia). Il tasso di positività rispetto alla quota di test eseguiti risulta in risalita al 13,9 per cento, rispetto al 7,2 del precedente bollettino, anche questo, però, può essere considerato un effetto del basso numero di tamponi analizzati nella giornata di domenica.
I guariti “registrati” nel corso dell’ultima giornata in Umbria sono stati 140, ben 28,357 complessivamente. Ma a mantenere ancora alta l’attenzione e la preoccupazione degli esperti è il numero delle vittime: ancora sei nell’ultima giornata e 746 dall’inizio della pandemia. Quella curva, purtroppo, sarà l’ultima tra gli indicatori statistici a flettere verso il basso. La notizia meno negativa riguarda la cifra degli attualmente positivi: ora sono 5.032, cioè 80 in meno rispetto al bollettino precedente.
GLI OSPEDALI
Aumenta, invece, il numero dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali umbri. Sono nove in più - in tutto 347 - resta comunque invariato, a quota 47, il numero dei pazienti assistiti nelle terapie intensive.
A questo proposito l‘associazione medici cattolici ed il Movimento per la vita di Perugia ha voluto rivolgere un appello a tutta la sanità regionale umbra: «Nessun malato sia più destinato a morire da solo in un reparto di terapia intensiva». La questione è stata sollevata sulle pagine del settimanale “La Voce” e sulle frequenze di “Umbria Radio InBlu”, con una serie di interviste e approfondimenti. «Noi chiediamo - scrivono medici cattolici e Mpv - che si faccia ogni sforzo perché nessun malato resti lontano dai propri familiari, e perché nessuno muoia più in solitudine. Adesso non possiamo più dirci sorpresi dall’emergenza improvvisa di un nuovo virus - rimarcano - che siano predisposte procedure perché almeno un familiare, o un affetto, possa visitare la persona cara malata, anche di Covid-19, tenendo conto della situazione complessiva della struttura sanitaria, senza mettere in ulteriore difficoltà il personale coinvolto e rendendo l’organizzazione il più possibile rispondente alle necessità della persona malata».
IL VACCINO
E prosegue la somministrazione del vaccino. Nell’ultimo bollettino diffuso dalla Regione risultano utilizzate altre 700 dosi: su un totale di 22.535 consegnate, le strutture umbre sono arrivate ad utilizzarne 16.411. Di fatto, poco di più del 72 per cento della quantità consegnata dal Ministero della Salute. Una soglia in linea con l’indicazione arrivata nei giorni scorsi dalla task force nazionale per l’emergenza, che aveva raccomandato alle Regione di mantenere sempre il trenta per cento di dosi “in magazzino” allo scopo di poter gestire la somministrazione della seconda dose senza pericoli, anche in caso di ritardi nelle forniture.
Uno stato di cose che mostra come la vaccinazione completa in questo momento in Italia riguardi pochissime persone: solo lo 0,17 per cento della popolazione secondo una rilevazione della Fondazione Gimbe, che ha elaborato i dati del ministero della Salute. Nel confronto fra Regioni, in Umbria quel target è allo 0,13 per cento (il Lazio ha fatto meglio con lo 0,4 per cento): vuol dire che al momento solo un umbro su 769 ha concluso il ciclo vaccinale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA