Coronavirus, badanti e colf
come fare per non pagare sanzioni

Anziana assieme alla badante
di Selenio Canestrelli
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Sabato 13 Giugno 2020, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 08:36


Colf e badanti, oltre 18mila famiglie sono alle prese con i calcoli dei contributi da versare, sanatorie e gestione delle spese. E non da ultimo le ferie estive, che potrebbero allontanare, questa estate, dalle abitazioni delle persone non autosufficienti oltre 6mila lavoratori domestici. Primo passo, l’ultima scadenza del versamento dei contributi Inps (mercoledì scorso), dopo la proroga di quasi due mesi a causa del lockdown e il ricalcolo dovuto all’incremento degli stessi dello 0,5 per cento, mentre ora si cominciano a fare i conti con la prossima (forse il 10 luglio) e le spese che gravano ogni anno sulle famiglie umbre, sempre più bisognose di aiuti domestici in seguito all’invecchiamento della popolazione. L'altro lato della medaglia fa emergere anche la questione del bonus di 500 euro per colf, badanti e lavoratori domestici non conviventi che alla data del 23 febbraio “abbiano in essere uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali”. Insomma, una serie di eventi che ha rimesso in primo piano tutta la delicata questione dell’assistenza e del peso economico che grava sulle famiglie coinvolte. Intanto, secondo le prime stime, sarebbero circa 3mila le possibili sanatorie delle badanti che lavorano in nero nella regione, una corsa che per ora sembra un po’ fiacca. Ma sono i numeri dei lavoratori regolari che fanno la misura ufficiale della situazione: la spesa annua delle famiglie che hanno in casa una colf o una badante ammonta a circa 140 milioni di euro, con stipendi che possono andare dai 6mila euro, passando dai 12mila fino ai 17mila euro annui, in base alla tipologia di contratto e della convivenza o meno. La fotografia l’ha fatta Domina, l‘associazione nazionale delle famiglie datori di lavoro domestico, su dati elaborati Inps. “Il settore va meglio regolamentato – dice Mario Bravi, segretario generale dello Spi Cgil della provincia di Perugia - Come organizzazioni abbiamo proposto, in occasione della discussione sulla programmazione socio-sanitaria del Fondo PRINA (Piano regionale integrato per la non autosufficienza), un progetto in cui chiediamo l’istituzione di un albo per far emergere dal nero e preparare percorsi di formazione. Poi c’è l’idea di incentivare il “cohousing”, anziani che si mettono insieme per cercare di risparmiare sulle spese delle badanti, anziani che potrebbero abitare in compagnia, visto che la questione della non autosufficienza continua a essere un problema nella regione. Gli anziani sono sempre più soli, non c’è più la famiglia allargata e molti non riescono più a far fronte alla situazione”. E poi c’è sempre in agguato un’altra questione, quella delle vertenze. Una situazione che in alcuni casi può essere esplosiva. Vertenze da parte delle badanti che denunciano di non essere regolarmente inquadrate come da contratto: secondo una stima (fatta sempre da Domina) in Italia e così in Umbria nell'ultimo anno ci sarebbero state centinaia di cause intentate dai lavoratori domestici ad altrettanti datori di lavoro. Sul fronte dei controlli, l’Inps punta a contrastare il lavoro irregolare. Oltre un anno fa, infatti, è scattata un’operazione di recupero destinata a ripetersi, come spiegato dall'Assindatcolf, l'associazione datori di lavoro, aderente a Confedilizia Umbria.

Avvisi bonari sono stati inviati a quei datori non in regola con i versamenti contributivi di colf, badanti e baby sitter, con un’operazione chiamata “silenti 2018” che ha previsto l’invio di avvisi bonari indirizzati a tutti coloro per i quali è risultata una scopertura contributiva di almeno un trimestre.

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