Covid Umbria, rischio escalation di casi a dicembre: il rapporto Ministero-Iss

Covid Umbria, rischio di un’escalation di casi a dicembre: il rapporto Ministero-Iss
di Fabio Nucci
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Sabato 7 Novembre 2020, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 14:13

PERUGIA - Per la cabina di regia Ministero-Iss il rischio di aumento della trasmissione del SarsCov2 è “moderato” ma anche ieri il numero dei contagi si è mantenuto a livelli elevati: 767 casi a fronte, come il giorno precedente, di quasi 5mila tamponi (4.855) e un tasso di positività del 15,8%, in discesa ma sopra di quasi un punto rispetto alla media settimanale. La guardia resta alta quindi anche in ragione della mortalità, ieri altri nove decessi con record nazionale di crescita settimanale (+43,8%) e la risalita del dato sui ricoveri. Per il diciassettesimo giorno consecutivo il bollettino regionale Covid segnala almeno un decesso e da ormai una settimana stabilmente sopra cinque. Il totale settimanale ieri ha toccato il nuovo picco, con 53 deceduti, nove dei quali segnalati tra giovedì e venerdì mattina. Negli ultimi sette giorni il totale è salito del 43,8% che resta il tasso di crescita più alto a livello nazionale. Giovedì sera all’ospedale di Città di Castello ha perso la vita un uomo di 80 anni residente a Perugia, mentre all’ospedale di Terni sono deceduti un uomo di 81 anni residente in città e un ottantenne di Orvieto.

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Un deceduto era residente fuori regione, un altro nel capoluogo regionale, uno a Bastia Umbra, Umbertide, Acquasparta, Deruta e Orvieto.

Nonostante tale impennata il tasso di letalità, pari all’1,28%, resta il secondo più basso d’Italia dopo la Campania. L’altro indicatore “specchio” dell’andamento dell’epidemia è quello dei ricoveri, con quelli giornalieri che da due giorni hanno ripreso a crescere a due cifre e il dato aggregato settimanale, da mercoledì, è in risalita (da 68 a 77 ricoveri settimanali). Per Ministero e Iss, nei prossimi 30 giorni nella regione c’è il 50% di probabilità di un’escalation “a rischio alto”, calcolata sulla base della possibile occupazione di terapie intensive e aree mediche. Aspetti che hanno portato, a classificare gli elementi “trasmissione e impatto” del contagio con tre diversi giudizi: moderato aumento di trasmissione, un basso impatto sui servizi assistenziali e una valutazione complessiva del rischio “moderata con probabilità di alta di progressione”. Questo capitolo, insieme agli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio e la resilienza dei servizi sanitari collocano l’Umbria nella zona gialla. Sulla situazione trovata nella regione, ieri è intervenuto il consulente di Palazzo Donini, Guido Bertolaso, annunciando che nei prossimi giorni a Perugia si terrà un nuovo vertice per discutere ipotesi e strategie da seguire per sostenere il sistema ospedaliero. «Non realizzeremo strutture ex novo, ma interverremo su quelle già esistenti, ampliandole nella disponibilità delle terapie intensive: sarà un lavoro più semplice e rapido». L’ex capo della ProCiv ha poi parlato di esecutivo motivato e attento al problema.

«La Giunta è impegnata a cercare di adottare tutte le misure necessarie per gestire e in futuro risolvere i problemi a cui adesso si deve far fronte». L’Agenas, l’agenzia per i servizi sanitari regionali, nel frattempo pone l’accento proprio sull’occupazione dei posti letto da parte di degenti Covid. Secondo i dati aggiornati al 6 novembre, nei reparti di medicina generale, malattie infettive e pneumologia l’Umbria, come altre 9 regioni, ha sforato la quota critica del 40% attestandosi al 49%. Quanto alle terapie intensiva, l’agenzia aggiorna il tasso di occupazione regionale al 51%, ben oltre la soglia di sicurezza indicata al 30%. Lo screening intanto, altro aspetto fondamentale per cercare di contenere questa ondata di contagi, aspettando l’entrata in campo dei medici di medicina generale, è andato avanti e ieri, anzi, c’è stato il nuovo record di tamponi processati in una sola giornata: 4.855, il 15,8% dei quali risultati positivi. È anche grazie a tale massiccia dose di esami che continuano ad essere scoperti molti asintomatici, 3.050 quelli stimati nell’ultima settimana, 600 nell’ultima giornata.

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