PERUGIA - Sette anni di carcere e diecimila euro di provvisionale. È la pesante condanna inflitta ieri all'uomo che lo scorso agosto ha accoltellato un vicino di casa in via Settevalli. Per lui l'accusa è di tentato omicidio, per quelle due coltellate al busto con cui, secondo il sostituto procuratore Massimo Casucci, voleva «cagionare la morte» del rivale «in modo non equivoco».
La difesa dell'imputato, con l'avvocato Franco Libori, aveva chiesto la derubricazione in lesioni gravi (guaribili in 30 giorni, come da referto medico, ma che hanno provocato «l'indebolimento permanente della funzione contenitiva della parete muscolo-fasciale»), ma il giudice ha deciso per la conferma delle accuse, come richiesto dalla parte civile, con l'avvocato Vincenzo Maccarone.
L'uomo, un sessantaquattrenne di origini iraniane ma da anni residente a Perugia e molto conosciuto nel quartiere, è rinchiuso nel carcere di Capanne da quel giorno, quando subito dopo le coltellate si era presentato da solo alla stazione dei carabinieri, con tanto di valigia, raccontando quello che aveva appena fatto. Ancora sporco di sangue e con in mano il coltello che aveva usato. Secondo la denuncia della vittima, un quarantacinquenne italiano, alla base del gesto ci sarebbe stata una questione di soldi non restituiti.