Terni, «Sono loro, li conosco»: il 19enne tunisino accoltellato in via Battisti fa arrestare i suoi aggressori

Sullo sfondo la cocaina e i precedenti per spaccio

Terni, «Sono loro, li conosco»: il 19enne tunisino accoltellato in via Battisti fa arrestare i suoi aggressori
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 00:40

TERNI - «Sono loro. Li conosco, ce l’hanno con me, vogliono cacciarmi da Terni perché sono convinti che io parli male di loro».

L’album fotografico mostrato dagli investigatori della questura al 19enne tunisino che ha rischiato di morire dissanguato dopo l’aggressione in casa in via Battisti è decisivo per risolvere il giallo.

Il giovane nordafricano, che ha precedenti per spaccio di droga e attende il permesso di soggiorno per protezione internazionale, che è stato salvato dalla gelataia di piazza Dalmazia, consente di bloccare e arrestare i due aggressori e denunciare la moglie di uno di loro.

All’appello manca il coltello con la lama lunga 50 centimetri con cui è stato colpito al braccio e al polso. Ferite che hanno imposto la semiamputazione della mano e lasciano danni permanenti.

A Sabbione, nella notte tra sabato e domenica, sono finiti due tunisini: uno di 36 anni, titolare di un permesso di soggiorno per asilo politico scaduto, l’altro è un 25enne che ha precedenti per spaccio ed è sposato con una ragazza italiana di origini tunisine.

La donna, che cercava di proteggere i due in fuga che avevano il fiato sul collo dei poliziotti, li ha fatti salire in auto e ha forzato l’alt andando a sbattere contro la vettura degli agenti della Mobile causando il lieve ferimento di un poliziotto.

Nell’auto un coltello, un altro viene recuperato addosso al marito, il terzo tunisino ha in tasca una tessera sanitaria rubata nell’appartamento la sera dell’aggressione.

Per i due uomini scattano le manette per lesioni aggravate, la donna viene denunciata col marito per possesso di armi e l’altro anche per ricettazione.

Una denuncia, ma per detenzione a fini di spaccio, scatta anche per la vittima. La notte dell’accoltellamento in ospedale, dai suoi pantaloni, sono saltate fuori nove dosi di cocaina.

L’aggressione nella casa di via Battisti l’ha ricostruita il 19enne quando si è ripeso: «Ero a casa con altre persone a giocare alla Play Station, il mio amico si è assentato ed è tornato insieme ad altri tunisini che mi hanno aggredito. Uno mi ha spruzzato lo spray urticante agli occhi, l’altro mi ha accoltellato. Poi sono scappato via col braccio sanguinante per chiedere aiuto».

Se l’ha raccontata è grazie alla gelataia di piazza Dalmazia che, in attesa dell’ambulanza, gli ha stretto una cintura sopra le lesioni per tentare di fermare la copiosa emorragia che rischiava di farlo morire dissanguato.

Quello che è realmente successo in quella casa dove il 19enne ferito vive in affitto è al vaglio degli investigatori. Che indagano su un fatto di sangue condito dalla presenza della cocaina e di spacciatori che forse hanno diverse questioni da regolare.

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