Concorsopoli, Duca frena: «Non sarà tutti contro tutti»

Concorsopoli, Duca frena: «Non sarà tutti contro tutti»
di Enzo Beretta
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Giovedì 13 Giugno 2019, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 17:10
PERUGIA  «Emilio Duca ha fornito un contributo leale ai magistrati della Procura della Repubblica di Perugia nel corso dei due interrogatori ai quali ha deciso di sottoporsi. Ha risposto a tutte le domande dei pubblici ministeri offrendo una lettura utile in ordine ai fatti che gli vengono contestati». Lo ha detto l’avvocato Francesco Falcinelli, difensore dell’ex direttore generale del Santa Maria della Misericordia arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui presunti concorsi truccati all’ospedale. Le parole del manager potrebbero innescare un ’tutti contro tutti’ con gli altri indagati? «Non è questa la nostra prospettiva - risponde il penalista -. Non entro nei dettagli dell’interrogatorio anche perché è stato particolarmente complesso». Sono più di trenta, infatti, le ipotesi di reato contestate. Una cosa, in ogni modo, Falcinelli tiene a sottolinearla: «Duca ha diretto per tre anni e mezzo l’Azienda ospedaliera di Perugia perciò è stato utile soffermarsi sul ruolo che egli ha svolto, durante il quale ha ricevuto numerosi riconoscimenti. La sanità umbra rappresenta un’eccellenza nel panorama nazionale e un lavoro importante per raggiungere quei prestigiosi obiettivi lo ha svolto proprio Emilio Duca». Quest’ultimo, come d’altronde l’ex direttore amministrativo del nosocomio Maurizio Valorosi e l’ex sottosegretario agli interni Gianpiero Bocci, è detenuto dal 12 aprile e in seguito a un recente provvedimento del giudice per le indagini preliminari Valerio D’Andria le misure cautelari sono state prolungata fino al 10 luglio. Contro quell’ordinanza il «promotore e coordinatore» della presunta associazione per delinquere - che i pm ritengono si sia costituita tra le mura dell’ospedale - ha intenzione di avanzare richiesta di annullamento. «Con ogni probabilità impugneremo quell’ordinanza dinanzi al tribunale del Riesame», anticipa Falcinelli. Forse è ancora presto per dirlo ma in quella circostanza gli inquirenti Paolo Abbritti e Mario Formisano potrebbero perfino valutare il deposito del contenuto delle dichiarazioni rese nelle segrete stanze di via Fiorenzo di Lorenzo a distanza di sei giorni, il 5 e l’11 giugno. Non è escluso neppure, alla luce del fatto che sono ancora molti gli argomenti sui quali il manager non è stato interrogato, che lo stesso venga ancora chiamato a deporre. Finora ci sono state parziali ammissioni, parole uscite col contagocce, qualche conferma su fatti abbastanza evidenti emersi nel corso delle indagini attraverso le intercettazioni. L’incontro con Bocci, utile secondo l’accusa a consegnare le domande di un concorso, però è stato negato durante il faccia a faccia coi magistrati. Ci si è soffermati anche sul 'pensiero' che avrebbe voluto donargli il cardiologo Mauro Faleburle (indagato per istigazione alla corruzione) interessato al concorso in chirurgia maxillo facciale per conto di un parente: «Non sapevo cosa mi volesse dare». Una penna, sostiene Faleburle sospeso dal servizio per un anno, ma il giudice non ci crede. Prossime udienze fissate al Riesame il 18 (Bocci contro il provvedimento del gip che lo ha trattenuto ai domiciliari dopo l’interrogatorio) e il 25 giugno (Faleburle prova a essere reintegrato al lavoro).

Enzo Beretta
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