Uj, le due facce del Brasile
nel vortice carioca di Gil

Uj, le due facce del Brasile nel vortice carioca di Gil
di Michele Bellucci e Italo Carmignani
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Sabato 14 Luglio 2018, 23:42

PERUGIA - La ricetta era nota e il risultato ha soddisfatto le aspettative: Gilberto Gil torna a Umbria Jazz con uno spettacolo dedicato a uno dei suoi album storici, Refavela, che vanta ormai quattro decadi di ascolti. Non certo un revival, bensì la voglia di rinnovare un messaggio importante: povertà e ingiustizie si combattono anche con l'allegria. Gil, sempre vivace e sprizzante energia, ha raccontato in musica la sua visione di un altro mondo possibile, rivista - ma non troppo - a 40 anni dall'uscita di quel disco. 

"Don't worry about a thing, every little thing gonna be alright" cantava Bob Marley: «Incontrai suo figlio Ziggy in una favela - racconta - stava cantando i brani di Exodus». Parte la cover di Three Little  Birds, in versione carioca, e lì c'è tutto lo spirito di una notte che ha visto ballare senza sosta buona parte del pubblico. Sul palco, una dozzina di musicisti e alcuni ospiti come Chiara Civello, di rosso vestita e convincente supporto vocale (oltre che pianistico) alle sonorità di Gil.
Suoni, voci e colori si uniscono in una serata che dimostra come con le parole e la musica ogni distanza può essere colmata. Così, l'allegria di Bahia e le ombre delle favelas sembrano unite sotto lo stesso cielo: bastano una canzone è uno strumento, anche improvvisato.

Il ponte tra Perugia e Rio si materializza quando buona parte della platea si affolla sotto il palco, per un bis di tre brani che completa il quadro di una serata riuscita già nella prima parte. Poi sul palco arriva Margareth Menezes pronta a trasformare il Santa Giuliana in una succursale di Rio. Il pubblico seduto non aiuta un'esibizione che trasmette energia e ritmo, con la "regina del carnevale" che canta e balla senza sosta. E nel movimento anche le pailettes diventano stelle.

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