Coltellate in discoteca, il medico:
«Colpi sferrati per uccidere»

Coltellate in discoteca, il medico: «Colpi sferrati per uccidere»
di Enzo Beretta
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 17:59
PERUGIA - Renato Bakalli (30 anni) voleva uccidere l’uomo che si è messo tra lui e la sua ex fidanzata nella notte di follia al Lido Club di Ponte San Giovanni. Voleva ucciderlo con il coltello che impugnava, quello che lui sostiene di non aver mai posseduto ma comunque non ancora trovato dai carabinieri che all’alba di martedì lo hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio e lesioni aggravate insieme alla sua attuale compagna. «La persona offesa ha subìto lesioni idonee a cagionarne la morte in considerazione dei distretti anatomici attinti dai fendenti, in particolare il collo e il dorso - scrive il medico legale Gualtiero Gualtieri nella consulenza tecnica richiesta dalla Procura di Perugia -. Le lesioni, da punta e da taglio, sono compatibili con lesioni da arma bianca».

Dal letto dell’ospedale in cui è ancora ricoverato il ferito racconta al medico i dettagli di quella notte spaventosa: «Ero nel locale insieme a due amiche e cugini seduto a un tavolo quando un 'albanese' si è avvicinato insieme a una ragazza. Al nostro tavolo sedeva la sua ex fidanzata. Lui si è avvicinato con fare minaccioso alla sua ex e io per difendere la donna mi sono alzato in piedi andando incontro all’aggressore che mi ha colpito più volte con un coltello mentre cercavo di allontanarmi. Sono stato il primo ad essere colpito con un fendente al collo e uno alla schiena. Ho perfino perduto i sensi per qualche minuto». «All’interno della discoteca Lido Club di Ponte San Giovanni — scrive il pm Annamaria Greco nella richiesta di convalida dell’arresto - Bakalli poneva in essere atti idonei, diretti in modo non equivoco, a cagionare la morte dell'uomo intervenuto per evitare che l’indagato colpisse la sua ex compagna, attingendolo con più fendenti da coltello in diverse parti del corpo e provocandogli ferite giudicate guaribili in 20 giorni». Del reato di lesioni viene invece ritenuta responsabile Alexandra Calaman, 32 anni, anche lei albanese, la quale secondo quanto emerso dalle indagini ha tirato fuori un’altra lama dalla borsa per ferire l’ex compagna di Bakalli e una sua amica intervenuta per difenderla (per entrambi la prognosi è di 25 giorni).

«Calaman - ricostruisce la Procura - sferrava un secondo fendente alla donna, sempre all’altezza del collo, non riuscendo nell'intento per l'intervento dell'amica che si frapponeva alle due, proteggendo con il braccio il collo dell'amica e così riportando una ferita d'arma da taglio all'avambraccio destro. Alla colluttazione sono intervenuti anche il deejay della serata e altre due persone, con l'intento di far cessare la situazione, ma pure essi sono stati feriti da Bakalli in diverse parti del corpo, sempre con il coltello». Successivamente «scappato» insieme all’attuale compagna a bordo di una Classe A. Il pm negli atti spiega che anche Bakalli e Calaman hanno riportato ferite (lui alle mani, «verosimilmente provocata dallo stesso coltello utilizzato per l’aggressione», lei la frattura della mandibola). Ma «secondo quanto confermato dalla relazione medica non ci sono dubbi a proposito del tentativo di omicidio» dell’albanese nei confronti dell’altro uomo. Stamani è previsto l’interrogatorio: il pm chiede l’applicazione della misura in carcere per Bakalli e gli arresti domiciliari per Calaman, ricoverata in ospedale dopo i colpi ricevuti. Sono pronti a dare battaglia gli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni.
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