Caduti su un post: gli "scivoloni" social dei politici del Ternano

Caduti su un post: gli "scivoloni" social dei politici del Ternano
di Monica Riccio
4 Minuti di Lettura
Martedì 25 Gennaio 2022, 03:10

Chi di social ferisce, di social perisce. Potrebbe essere questa la nuova versione del più antico e saggio proverbio che al posto dei social metteva la forse più nobile spada, fatto sta che negli ultimi anni a cadere nella “trappola” della rete sono stati in molti, tra i politici del ternano, tutti più o meno inconsapevoli vittime del post-aggio compulsivo.

Ultima in ordine di tempo a cadere sotto la scure del “posto ciò che voglio” è la ex assessora al comparto Sociale del comune di Orvieto, Angela Maria Sartini, che sospesa dal partito, la Lega Umbria, due giorni fa è stata accompagnata alla porta della giunta Tardani dalla stessa sindaca, nella stessa serata, a tempo di record, il tutto per un post su Hitler che telefona a Mario (Draghi?) per complimentarsi.

Sempre all'ombra della rupe, e sempre per colpa del Führer, nel 2017 i social avevano portato l'ex assessore Massimo Gnagnarini a rassegnare le proprie dimissioni (accettate la mattina seguente dall'allora sindaco Germani), dopo che oltre 40 tra agenzie e testate, alcune anche europee, avevano fatto rimbalzare in ogni dove, nel giro di poche ore, un suo post dove in merito alla presenza di zingari in città, aveva scritto «C’aveva provato anche zio Adolf a prendere qualche rimedio, politicamente scorrettissimo, ma non gli è riuscito neanche a lui».

Spostandoci verso Terni è del 2018 il post con foto «Tre omofobi a Terni» che comparve sul profilo social del consigliere comunale, Devid Maggiora.

Accanto a lui in primo piano il sindaco di Terni, Leonardo Latini e Simone Pillon, senatore della Lega e pure allora apriti cielo e chiuditi commenti, le nubi nere arrivarono in un lampo e il temporale si abbatté su Maggiora e nei suoi confronti, vicepresidente del consiglio comunale di Terni, partì anche la sfiducia chiesta dai gruppi consiliari del Movimento 5 Stelle, Senso Civico e Pd.

Recentissimo, datato 2021, lo scivolone social dell'ex presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi: allora la bufera prese vento a causa di una vignetta diffusa sulla sua pagina social. Nell'immagine due ragazze, una che chiede all'altra: «Come fai ad avere tutti questi soldi? Lenticchie a capodanno?». E l'altra risponde: «No, piselli tutto l’anno». E pure con lui, esponente del Partito Democratico, e anche sindaco del comune di Guardea, la rete non fu affatto gentile.

Scivoloni social belli grossi anche in quel di Amelia dove la consigliera Tamara Grilli (Forza Italia) – era il maggio 2020 – fu messa sul banco degli imputati dal popolo della rete per un post in cui commentando la vicenda di Silvia Romano, la cooperante internazionale rapita in Kenya e poi liberata a seguito del pagamento di un riscatto dallo stato italiano, aveva scritto «4 milioni di euro per un regalo di nozze mi sembra eccessivo... non trovate?». Sempre a Amelia, ma nel marzo 2021, un altro post costò la poltrona di presidente del consiglio comunale a Leonardo Pimpinelli (Lega), finito al centro delle polemiche per aver tirato in ballo l'allora ministra Azzolina: «Ora ho appreso dalla Azzolina – recitava il post - che il Comitato Tecnico Scientifico è un "organo rigido"... parlerà per esperienza». E sempre a Amelia ne ha contati vari di tsunami piombati sulla propria persona, Massimiliano Galli che nel 2018 dovette rassegnare le dimissioni da assessore comunale dopo aver scritto un post auspicando «che i siriani si ammazzassero tutti». La perla delle perle per Galli però arrivò qualche tempo dopo quando prese di mira la cantante Emma Marrone: lei aveva chiesto di aprire i porti ai migranti, lui le aveva risposto di «aprire le cosce». Fu cacciato dalla Lega.

A voler tirar le somme i politici del ternano rischiano un po' troppo spesso di dover fare i conti più con i propri post social, su argomenti più o meno seri, che non con gli avversari politici su argomenti sicuramente seri per le comunità che sono chiamati a amministrare. E non serve nemmeno cancellare i post alla velocità della luce, perché lo screenshot è più veloce di qualsiasi repentino pentimento, e non perdona, mai. 

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