Cesi, pusher nei boschi e furti: il borgo finisce sotto assedio

Cesi, pusher nei boschi e furti: il borgo finisce sotto assedio
di Corso Viola di Campalto
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 19:00

TERNI Il vaso dell'esasperazione degli abitanti è tracimato da tempo, costretti a convivere con bande di pusher che spacciano nei boschi, dove una volta andavano a fare delle passeggiate indisturbati con familiari e amici, e con le loro auto scassinate. A far rabbia è l'impunità, ormai manifesta, degli spacciatori che tutti i giorni animano uno dei più grandi supermarket a cielo aperto dell'Umbria, a due passi dal Cesi, l'antica capitale delle Terre Arnolfe. Si tratta di nordafricani irregolari, senza fissa dimora e con precedenti a Terni ed in altre zone d'Italia: per le legge fantasmi che vagano da città in città.

 

E che si nascondono nella fitta vegetazione ed aspettano i clienti che arrivano di continuo per acquistare ogni tipo di sostanza stupefacente. Questo accade a pochi centinaia di metri da paese, trovarli è semplicissimo, basta arrivare in strada San Biagio percorrere pochi metri fino ad un bivio che porta al bosco tramite una stradina sterrata e che è segnato da una cassetta delle poste verde ben tenuta. Da lì, salendo a piedi, si possono raggiungere le loro postazioni dove viene gestito il mercato e si può trovare di tutto dall'hashish all'eroina, dalla cocaina alle droghe sintetiche. Tra gli alberi i loro uffici, dove hanno portato sedie, banchetti, bilancini di precisione e le batterie da auto (rubate dalle auto parcheggiate in zona) da dove prendono l'energia elettrica per i telefonini, ma anche per torce e stufette.

Ieri a mattina alle 12 siamo andati a vedere come avviene lo spaccio ed è un continuo via vai di auto, scooter ma anche di tossicodipendenti che arrivano a piedi da Terni o da Cesi, dove arrivano a bordo degli autobus di linea. Il fotografo, solo per essersi sporto nella stradina, è stato preso a sassate dall'alto per evitare che salisse, per fortuna è stato solo sfiorato: «Nessuno ferma questo schifo - racconta un giovane tretenne che vive a Cesi dalla nascita - noi abitanti abbiamo paura di incontrare gli spacciatori o i tossicodipendenti che sono a volte in stato di agitazione, i furti si susseguono ora anche quelli di semplici batterie di euro come accaduto pochi giorni fa ad un'aziana che abita poco distante, usate poi nei boschi dagli spacciatori. Ma abbiamo trovato autovetture con i vetri spaccati, probabilmente qualcuno in cerca di pochi spicci per comprare una dose, insomma per un borgo che deve diventare una delle punte di diamante di Terni e della regione con i fondi Pnrr non mi sembra un buon biglietto da visita, anche per questo siamo pronti a formare un comitato per chiedere più sicurezza e per fare in modo che lo Stato si riappropri di una zona ormai in mano da spacciatori».
I pusher hanno anche anche una base che si trova di fronte alla chiesetta di San Biagio, affrescata ma chiusa e sbarrata da anni, raggiungibile solo a piedi o a bordo di fuoristrada. Si tratta di un casale semi ristrutturato, dove i nordafricani passano la notte e si riposano il giorno, con tanto di materassi e stufette alimentate dalle batterie. Una sedia all'ingresso con posato sopra un piccone in caso di arrivi non desiderati. Ed è così da mesi.
 

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