Rinviato a giudizio il datore di lavoro di Roberto Raspati, l’operaio morto il 16 gennaio scorso mentre puliva i vetri di un condominio nel quartiere Girasole di Corciano: il 57enne, originario di Monte Lago, dipendente dell’impresa di pulizie, è precipitato dal secondo piano da un’altezza di cinque metri.
Il rinvio a giudizio porta la firma del giudice per l’udienza preliminare Natalia Giubilei: per il 32enne assisano il processo si aprirà il 17 luglio davanti al tribunale monocratico di Perugia. Il pubblico ministero Franco Bettini contesta all’imputato, «legale rappresentante e datore di lavoro della ditta», di aver «cagionato per colpa consistita in negligenza e nella violazione di alcune normative, il decesso del dipendente, addetto alla pulizia di vetri presso uno stabile in ristrutturazione in via Settembrini, avvenuto a seguito della precipitazione a terra di Raspati da un’altezza di circa cinque metri».
Nella ricostruzione accusatoria l’imputato, difeso dall’avvocato Michele Nannarone, viene ritenuto responsabile di «non aver previsto, nel documento di valutazione dei rischi datato 2 novembre 2021, una procedura specifica e appropriata da adottare, da parte dei lavoratori addetti, per porre in essere le operazioni di pulizia». Ma anche «nel non prevedere e comunque nel non comunicare al lavoratore, in specifico, procedure o istruzioni per eseguire in sicurezza la pulizia dei vetri in generale e, in specifico, in relazione a operazioni nel corso delle quali non fosse possibile lo smontaggio dei vetri e, quindi, la pulizia dei vetri esterni dall’interno del vano scala».
Il 32enne - è l’accusa - «non ha previsto e comunque non ha comunicato ai lavoratori uno specifico divieto di pulizia dei vetri in situazioni come quella».
Tra le fonti di prova elencate nella richiesta di rinvio a giudizio si possono leggere le indagini della polizia giudiziaria, la documentazione in atti, le sommarie informazioni, la consulenza medico legale e i verbali di interrogatorio reso dall’indagato. La moglie, il figlio e il fratello della vittima, parte civile nel procedimento, sono assistite dagli avvocati Claudio Arcaleni e Massimo Rossini.