Lunedì 29 marzo la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, insieme al presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini, ha deposto corone al Cippo di Camorena, luogo della fucilazione di 7 concittadini avvenuta il 29 marzo del 1944, al cimitero del Commonwealth e in piazza XXIX marzo.
La città di Orvieto ha ricordato così il 77° anniversario dell’eccidio nazi-fascista di sette orvietani: Alberto Poggiani, Amore Rufini, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Gugliotta, Raimondo Lanari e Dilio Rossi avvenuto il 29 marzo del 1944 in località Camorena.
Anche quest’anno, a causa delle limitazioni imposte dalle disposizioni contro la diffusione dell’epidemia da Covid-19, non è stato possibile celebrare la ricorrenza con il coinvolgimento delle scuole e delle rappresentanze di altre istituzioni e della società civile, come è sempre avvenuto in passato.
Tuttavia la sindaca si è recata dapprima presso il Cippo dove avvenne la fucilazione in località Camorena, per deporre una corona in memoria di quella triste vicenda della storia orvietana il cui ricordo è ancora vivo nella comunità e nelle Istituzioni che la rappresentano; successivamente ha deposto una corona al Cimitero del Commonwealth e si è recata in Piazza XXIX marzo dinanzi alla lapide che ricorda i sette martiri.
Con lei il Presidente Consiglio Comunale, Umberto Garbini, il Comandante della Polizia Locale, tenente colonnello Alessandra Pirro e il responsabile della Protezione Civile di Orvieto, Luca Gnagnarini.
«Visitare questi luoghi in una ricorrenza così significativa per Orvieto e rinnovare la memoria storica e umana di quegli avvenimenti è particolarmente toccante – afferma la sindaca - ci rattrista invece non poter condividere questo tributo con altre rappresentanze delle Istituzioni cittadine, della società civile e soprattutto con i giovani.
«Il silenzio che circonda questi luoghi della memoria della nostra storia locale – aggiunge - suscita sempre tante emozioni e stimola la riflessione sui valori della vita, della libertà, della democrazia e della pace che vanno sempre difesi ed affermati, in ogni tempo, spazio e situazione, a livello soggettivo e collettivo.
La pandemia finirà e, oltre alla memoria, questo grande patrimonio di valori che ci appartiene e ci rafforza soprattutto in questo momento particolarmente complesso, sosterrà il nostro cammino verso un mondo nuovo, senza prevaricazioni, libero, solidale e più giusto».