“La gioia della musica”: magia, segreti e regole del grande repertorio in una striscia serale su Rai3. Da lunedì con Augias

Aurelio Canonici, Speranza Scappucci e Corrado Augias, in "La gioia della musica" su Rai3
di Simona Antonucci
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Giovedì 5 Maggio 2022, 20:12

«Le pulsioni ritmiche di Puccini quando scrive “Un bel dì, vedremo” per Madama Butterfly. O le tensioni sociali che Mozart evoca in “Se vuol ballare, signor Contino”, dalle Nozze di Figaro. Cercheremo di raccontare cosa si cela dietro le melodie amate dal grande pubblico».

Orchestra della Rai

Speranza Scappucci, direttrice d’orchestra, prima italiana sul podio della Scala, racconta “La gioia della Musica”, programma in 25 puntate da 25 minuti in onda dal 9 maggio (dal lunedì al venerdì fino al 10 giugno) su Rai3 alle 20,20, diretto da Corrado Augias con la collaborazione dell’Orchestra della Rai, del maestro Aurelio Canonici e della maestra Scappucci («Maestra, sì, le parole esistono e usiamole»). Una striscia dedicata alla musica colta, «pericolosissima», dice l’amministratore delegato Carlo Fuortes «perché mai considerata sinonimo di grandi ascolti e che noi, invece, abbiamo scelto di collocare in una rete generalista e in access prime time, un orario che raccoglie da 600 mila a un milione di telespettatori. È una scommessa nella quale crediamo e lo share non è la prima variabile che deve guidare il servizio pubblico».

Da Bach a Puccini

Al via lunedì con il “Guglielmo Tell” di Rossini (storica sigla Rai dal 1954 al 1986) e poi, un viaggio gioioso nella magia di celebri pagine musicali, accompagnati da Augias che promette «avremo da divertirci». Da Bach a Puccini, «secoli cruciali, durante i quali la musica smette di parlare a se stessa e affronta i  temi sociali», continua Augias che lunedì interromperà le prove dell’Orchestra nell’Auditorium Arturo Toscanini della Rai di Torino, per curiosare, chiedere notizie e raccontare i vari strumenti musicali che compongono l’orchestra, i misteri e le difficoltà di una partitura, i segreti di uno strumento, i momenti cruciali della vita di un compositore, la fatica e l’impegno delle prove.

La Norma di Bellini

«Abbiamo organizzato le puntate in tre momenti», spiega Augias, «si comincia con le prove in Auditorium, poi passiamo in studio dove i due direttori, al pianoforte, entreranno nel merito di alcuni passaggi chiavi della Norma di Bellini o della Nona di Beethoven.

Per chiudere, nuovamente in sala e assistere all’esecuzione del brano preso in esame». Un programma che rinverdisce la grande tradizione del passato, quello di Bernstein per la Cbs o “L’amore è un dardo” condotto da Baricco, e affianca il lavoro prezioso svolto da Rai Cultura con Rai5, della library di RaiPlay, delle riprese audio-video di Rai3 «e permette di scoprire l’eccellenza dell’orchestra Rai, diretta e amata da direttori di tutto il mondo», aggiunge Fuortes, «la sfida, ora è programmare in modo strutturale l’offerta musicale già di altissimo livello».

Franco Di Mare

Grazie anche al contributo dei professori dell’Orchestra Rai di Torino che si presteranno al gioco di descrivere, tra aneddoti e momenti scherzosi, particolarità e tecnica di ogni strumento per poi proporre l’esecuzione del titolo preso in esame. Cos’è un’ouverture? Esistono i flashback in musica? Cosa fa il primo violino? Cos’è il concertino? «È una sfida già vinta in partenza per essere arrivati a proporla», ha sottolineato il direttore di rete Franco Di Mare, «Rai3 ha nelle sue corde genetiche la vocazione all’approfondimento e alla divulgazione. Il programma è una sorta di libretto di istruzioni per scoprire la grammatica della bellezza. Qui l’argomento è un po’ diverso, ma è la stessa fascia oraria in cui abbiamo proposto Stefano Bollani che ha avuto il 6% di share».

La maestra

«Speriamo di avere telespettatori appassionati, ma anche di costruire un pubblico nuovo», conclude Speranza Scappucci, ora impegnata con la Filarmonica della Scala di Milano e poi attesa per “Simon Boccanegra” a Liège, dove conclude il suo quinquennio di direzione musicale all’Opéra Royal de Wallonie, poi “Attila” al Covent Garden, “Capuleti e Montecchi” a Parigi e “Rigoletto” al Metropolitan.

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