Carlo Verdone: «Fotografare una reazione al caos del mio lavoro. Ho inviato uno scatto a Sorrentino e gli ho detto ‘Ecco la mia grande bellezza'»

«I luoghi del mio cuore sono qui, come Ponte Sisto, proprio dove sono nato. Qui ho visto per la prima volta Gian Maria Volontè, che ho solo ringraziato educatamente per i suoi film»

Carlo Verdone: «Fotografare una reazione al caos del mio lavoro. Ho inviato uno scatto a Sorrentino e gli ho detto ‘Ecco la mia grande bellezza'»
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Domenica 14 Aprile 2024, 18:51

Carlo Verdone ospite di Francesca Fialdini a “Da noi…a Ruota libera” si racconta in un’intervista a tutto tondo nell’inedita ‘veste’ di fotografo: “Nei luoghi del cuore si ripensa ai legami, si torna figli, la fotografia mi lega ancora oggi a mio padre.”

Una passione liberatoria per l’attore e regista romano: “Roma dall’alto è sempre unica, i tramonti sono speciali”. Foto di cieli, di vortici di nuvole: “Ho mandato una di queste foto con i vortici, fatta dal terrazzo di casa mia a Sorrentino e gli ho detto ‘Ecco la mia grande bellezza’ e lui ha molto apprezzato”.

“Il lavoro che faccio è in mezzo a tanta gente, un diluvio di parole, non ho mai la possibilità di girare un momento di poesia, un paesaggio. Fotografare è una reazione al mio lavoro". La preghiera come la fotografia: “E’ una forma di ringraziamento, oggi siamo molto distratti, non facciamo caso alla bellezza.

Si riflette solo quando siamo soli, in tranquillità”.

“I luoghi del mio cuore sono qui, come Ponte Sisto, proprio dove sono nato. Qui ho visto per la prima volta Gian Maria Volontè, che ho solo ringraziato educatamente per i suoi film.” Francesca Fialdini arriva più a fondo nella vita e nel passato di Verdone: “Un tempo c’erano le bische clandestine, dove andavo io si giocava con i flipper, c’erano personaggi incredibili e ho preso spunto da uno di loro per Silvano, in “Troppo Forte”, il suo rapporto quasi sessuale con il flipper fu il primo ciak!”. Una bisca mi ispirò il personaggio Silvano di 'Troppo Forte'.

A Roma c’è anche il luogo di nascita artistica di Verdone, il teatro Alberichino: “Nel 1977 mi esibii per un solo spettatore: il giorno dopo scoprii che era Franco Cordelli, critico severissimo che fece una splendida recensione dello spettacolo.”

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