Caso Gardaland-Onlyfans e la prudenza sui social. «Le aziende verificano i post prima di assumere»

Gli esperti: privacy sparita anche su profili chiusi e app di messaggistica

Caso Gardaland-Onlyfans e la prudenza sui social. «Le aziende verificano i post prima di assumere»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 14 Dicembre 2022, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 11:58

Da tenere bene in mente: se siete in vacanza e avete intenzione di fare baldoria a colpi di cocktail, lasciate sempre in hotel lo smartphone. Al quarto mojito potreste pubblicare un testo o una foto di cui vi potreste pentire e che vi potrebbe far perdere il lavoro, presente e futuro.

Ancora: la rete non dimentica. E non solo sui social, ma anche sui servizi di messaggistica come Whatsapp o Messenger, perché lo screenshot è sempre dietro l’angolo. La privacy è defunta da un pezzo. In sintesi: se siete alla ricerca di una occupazione (o anche se volete mantenere il vostro lavoro) gestite la vostra attività on line con prudenza. Anche perché un’azienda che deve assumere una persona, soprattutto per un ruolo di responsabilità o a contatto con il pubblico, potrebbe non limitarsi a visionare curriculum e profilo Linkedin, ma scandagliare anche i post su Facebook in cui magari ha dato in escandescenze contro i vigili urbani, le foto su Instagram in cui appare visibilmente alticcia, le prese di posizione su Twitter magari irrazionali e complottiste. «Prima cosa da tenere bene in mente - osserva Nicola Zamperini, studioso della rete e autore del libro “Manuale di disobbedienza digitale” - il virtuale è reale. E vale per tutto, non solo per le piattaforme di creator economy come Onlyfans. Non facciamo bacchettoni, ognuno ha diritto di gestire il proprio privato e di rappresentarsi come vuole. Però deve avere ben chiaro un tema: un tempo c’erano diversi contesti, ben distinti tra di loro. Oggi c’è un collasso dei contesti».

Qualche settimana fa il quotidiano britannico Daily Mail, su questo tema, ha scritto un pezzo dal titolo molto diretto: «I tuoi post sui social media stanno rovinando la tua carriera? Un reputation manager rivela le cinque cose che non dovresti mai condividere online». L’esperto chiamato in causa si chiama Roz Sheldon, è amministratore delegato di una società britannica che si occupa di gestione della reputazione aziendale. Che avverte: «Le aziende non vogliono assumere nessuno che pensano possa diventare problematico online, sulla base di precedenti post e commenti sui social media». Al di là del caso della ragazza che lavorava nel parco divertimenti a cui non è stato rinnovato il contratto per la sua attività su Onlyfans (che non è un social aperto, ma una piattaforma a pagamento), il Daily Mail cita alcuni casi clamorosi di persone che si sono messe nei guai per i post sui social, a partire da Kayne West che ha perso il suo contratto con Adidas.

Più in piccolo, in Italia, ci sono state diverse storie di insegnanti finiti nei guai per avere diffuso contenuti razzisti o magari avere pubblicato foto troppo volgari. Ricorda il quotidiano britannico: «Un numero crescente di datori di lavoro e agenzie di reclutamento prendono decisioni in base a ciò che possono vedere e scoprire su di te online prima di offrirti un lavoro. Ci sono sicuramente alcuni post sui social media di cui dovresti stare attento (o evitare) quando consideri il loro potenziale impatto sulla tua carriera. Devi anche pensare a come determinate attività sui social media potrebbero ostacolare la percezione di te da parte di altre persone o addirittura danneggiare la tua reputazione online». 

I CONSIGLI

Da queste premesse i cinque consigli dell’esperto inglese, magari un po’ scontati, ma sempre utili. Numero 1: mai pubblicare contenuti di eccessi da ubriaco o osè. «Avere un profilo su OnlyFans (e promuoverlo sui social media) può anche metterti in difficoltà. Un’insegnante è stata recentemente licenziata per il suo account OnlyFans e per i suoi post sui social». Se sei a casa in malattia, non è esattamente una buona idea pubblicare foto in cui mostri che sei al pub a divertirti. Secondo consiglio: mai parlare male della tua azienda anche sulle chat chiuse. «E non condividere nulla che potrebbe mettere il tuo datore di lavoro in cattiva luce (o in una luce in cui non apprezzeranno essere messi in mostra). Mantieni le lamentele o la condivisione delle informazioni dietro le quinte solo offline». Terzo suggerimento: evitare di diffondere sui social opinioni razziste, sessiste, omofobe. Ultimi due consigli: non eccedere nella pubblicazione di post su Linkedin (social più ufficiale legato al mondo delle professioni) e astenersi da discussioni troppo aggressive su tutti i social.

 

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