Salone del Mobile, la presidente Maria Porro: «Creiamo mondi ideali»

Proposti nuovi concetti di abitare, tra arte, scienza e poesia. Il salone è un punto di riferimento internazionale

Salone del Mobile, la presidente Maria Porro: «Creiamo mondi ideali»
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Aprile 2023, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 07:34

La Fiera è un foglio bianco in cui ogni azienda può disegnare il suo mondo ideale», dice Maria Porro.

Un universo che la presidente del Salone del Mobile, figlia d’arte, reinventa ogni anno con passione. «Sono cresciuta con il Salone - racconta - Da bambina accompagnavo mio nonno Carlo nei padiglioni della sede storica, ho vissuto il trasferimento nei nuovi spazi di Rho e partecipato con entusiasmo al Salone di Shanghai». E questa magia, dice, continua a rinnovarsi. «Il Salone è l’epicentro della scoperta, delle anticipazioni e delle nuove tendenze. È anche un’occasione di connessione e incontro, che lo rende un luogo ricchissimo di opportunità e di business. In questa edizione, poi, abbiamo il grande valore aggiunto dei contenuti culturali, di ricerca e innovazione, grazie anche al contributo di professionisti del nostro settore che stanno scrivendo la storia del design».

Cosa le piace di questo Salone?

«Lo sforzo straordinario di tutti noi espositori per creare mondi ideali: la manifestazione è molto di più di una presentazione del prodotto, è un concetto di abitare che ogni volta creiamo da zero e la rende speciale. Anche dopo gli ultimi anni complicati il Salone riafferma la sua dimensione globale, è un punto di riferimento internazionale, tant’è che il 34% degli espositori arriva dall’estero. I primi Paesi per presenza sono Cina, Brasile e Usa. Poi Germania, Francia, Svizzera, Corea del Sud, Spagna, Regno Unito. Ma anche India, Arabia Saudita ed Estremo Oriente. La prevendita dei biglietti registra una crescita del 33% rispetto all’edizione precedente».

Quali sono le sfide?

«Quest’anno abbiamo fatto un importante lavoro su format fieristico, trasformando i padiglioni sulla base di un’evoluzione del modello tradizionale.

Il Salone è stato disegnato come una città modello, con gli spazi privati degli stand e quelli pubblici dedicati alla cultura del progetto. Al centro c’è il visitatore, attorno ai prodotti un contesto che li valorizza e racconta come un pezzo industriale si nutra di arte, scienza, neuroscienza e a volte anche poesia. Tema di quest’anno è la sostenibilità, abbiamo intrapreso un percorso che porterà il Salone, a conclusione della manifestazione, a conseguire la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento. L’attività di verifica ha già certificato la fase di progettazione».

Nel 2022 il fatturato del settore legno e arredo è cresciuto del 12,6%, quest’anno l’incremento sarà attorno al 5%. La concorrenza internazionale si sente?

«Certo che si sente, ma il design italiano ha una sua specificità: grazie a nuove tendenze e materiali innovativi siamo sempre un punto di riferimento per tutto il mondo. La nostra forza è data dalla qualità e dalla sartorialità, i prodotti escono da industrie che hanno una cura del dettaglio artigianale. Sono aziende che si tramandano da generazioni, il modello è familiare, siamo un settore creativo e manifatturiero con grande energia in ricerca e sviluppo. Per questo la produzione resta in Italia».

E i visitatori andate a cercarli direttamente all’estero.

«Tra gennaio e febbraio abbiamo fatto un road show di promozione del Salone, con manifestazioni e incontri con interior designer a Miami, New York e Los Angeles, poi ci siamo spostati in Germania, Francia e India. La gestione negli ultimi tre anni è stata complessa a causa del Covid, con la riprogrammazione del calendario. La gestione dell’imprevisto e il forte investimento nell’innovazione del format ha richiesto un lavoro intenso, ma non ci siamo arresi. La visione del Salone è sempre prospettica e i risultati ci danno ragione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA