Rugby, la festa della Capitolina promossa in Eccellenza

La squadra dell'Unione Rugby Capitolina promossa in Eccellenza
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 10 Giugno 2013, 02:41 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 19:53

Si fa presto, all'Unione Rugby Capitolina, a fare gli inviti per le feste cos come le convocazioni per la prima squadra. Sono di Roma 47 giocatori su 51 del XV che è stato appena promosso in Eccellenza, massima divisione del rugby italiano, appena un gradino più in basso delle franchige di Treviso e di Parma che giocano solo in Celtic League e nell'Heineken Cup.

Un'autarchia assolutamente unica a questo livello che dice tutto del miracolo di via Flaminia, della società che quattro stagioni fa ha deciso di lasciare il campionato di vertice e il suo precario, molto precario professionismo, e che poi, con tre promozioni di seguito, è già ritornata in cima alla piramide grazie a ragazzi più che dilettanti visto che tutti pagano per giocare, per divertirsi, per aver l'onore di indossare la maglia con il “rosone” di Michelangelo. Ognuno di loro ha versato anche quest'anno 450 euro, la quota per far parte di questo mondo ovale creato nel 1996.

C'era da celebrare il ritorno in Eccellenza e così domenica il presidente Giorgio Vaccaro e il “director of rugby” Daniele Pacini hanno voluto festeggiare con tutta la famiglia dell'Urc la promozione ottenuta con la vittoria sul Pro Recco e anche lo scudetto dell'under 16, stella di un vivaio allestito in un ambiente che fa immaginare il futuro del rugby italiano. “Sostenibilità” è la parola-chiave di questa società che dopo 43 anni riporta a tre il numero dei club romani nella serie più alta dove già si trovavano Fiamme Oro e Lazio. La Capitolina adesso ha davvero tutto: prima squadra in Eccellenza e vivaio gigantesco, ovvero 500 tesserati, under 16 campioni d'Italia grazie a un mostruoso 60-0 rifilato alla Benetton Treviso, under 20 semifinalista e progetti per far giocare anche i disabili. E poi le strutture, uniche nel centro-sud: campo in erba per i match e campo sintetico per gli allenamenti, club house con ristorante. E infine gli sponsor che coprono il 15% del budget (“C'è ancora molto spazio sulla maglia” fanno comunque sapere in via Flaminia).

Nella cittadella british style strappata pietra dopo pietra a una discarica e dove sono cresciuti anche gli azzurri Riccardo Bocchino (tra i protagonisti della promozione), Giulio Toniolatti, Matteo e Andrea Pratichetti e Giovambattista Venditti, si sono così trovati in centinaia dagli under 6 agli old senza età per giocare ancora una volta prima delle vacanze, per far sparire 3.500 arrosticini e 800 salsicce e infine per consegnare premi e coppe. Prima di tutto, però, è stato ricordato Brendan Lynch, il pilone irlandese di 26 anni che in gennaio ha passato la palla per un incidente stradale sul raccordo. Anche lui aveva bussato alla porta della Capitolina per chiedere di giocare, accettando di pagare la quota societaria e di sfidare gli altri piloni per conquistare un posto nella prima squadra allenata da Andrea Cococetta.

Ma che cosa accadrà nella prossima stagione ai “dilettanti mai allo sbaraglio” dell'Urc? Come affrontare club di professionisti, o almeno semiprofessionisti? Come evitare la retrocessione che condannerà tre squadre su dodici?

“Non partiamo da queste prospettive – spiega Daniele Pacini – la Capitolina continuerà ad andare per la sua strada: si è scelto quattro anni fa di cercare e di investire risorse finanziare e umane per far crescere i ragazzi sia in campo sia fuori. E di non spendere nemmeno un soldo per pagare i giocatori, che decidono in piena autonomia quanto impegnarsi. A chi punta alla prima squadra noi garantiamo assistenza con allenatori e preparatori qualificati, impianti all'altezza e un club che diventa una famiglia, poi sta agli atleti fare la scelta. Chi dice “sì” alla nuova avventura in Eccellenza sa che dovrà allenarsi 6 giorni su 7 e al tempo stesso studiare per dare gli esami all'Università, come ha fatto quest'anno anche un talento come Riccardo Bocchino, oppure lavorare. Cercheremo di offrire a questi ragazzi orari di allenamento nell'arco dell'intera giornata proprio per far conciliare le esigenze di studio o di lavoro con quelle tecniche. Siamo pronti ad accogliere tutti coloro che accettano queste regole e a salutare con affetto chi cambierà strada perché magari chiamato da un altro club”.

Un gruppo di dilettanti in Eccellenza non sta anche a significare che il livello del rugby italiano è pericolosamente sceso?

“La si può vedere anche in questo modo, ma non è ciò che riguarda la Capitolina e la sua missione. In Eccellenza faremo quello che potremo, sempre con il massimo impegno, sapendo fin d'ora che, ad esempio, dovremo rinforzare prima e seconda linea. Ma non è guardando la classifica che organizziamo la nostra attività. Cominciamo alla rovescia, dagli under 6 per pensare a come farli divertire, e poi agli adolescenti, per capire in che modo irrobustirli nel carattere e nel rendimento scolastico prima ancora che nella tecnica di gioco. Non è facile, soprattutto in una città meravigliosa e difficile come Roma. E tuttavia quasi tutti i giocatori promossi in Eccellenza si sono conosciuti alla Capitolina da bambini e da allora fanno gruppo anche nella vita di tutti i giorni. E anche l'under 16 campione d'Italia è su questi binari. Coinvolgiamo inoltre gli old, ormai più di 70, nella gestione delle varie attività del club. Quest'anno cercheremo anche di creare anche una sorta di vetrina per far incontrare offerta di lavoro, magari da parte di ex soci o di persone che amano il rugby, e domanda da parte dei nostri atleti che hanno finito gli studi. Si è laureato in Ingegneria la settimana prima della finale con il Recco anche uno dei trequarti titolari. Ripeto, qui si parte dalla sostenibilità del progetto, ci si impegna con tutte le forze, poi si raccolgono i risultati con estrema serenità. Il professionismo non può far parte di questo mondo, lo abbiamo capito sulla nostra pelle anni fa e lo constatiamo ancora ogni giorno nel vedere altre realtà in forte difficoltà”.

Dove giocherete i match la prossima stagione?

“Che domanda, qui in via Flaminia. Faremo qualche adattamento al campo, semmai ci stringeremo in tribuna ma non abbiamo alcuna voglia di lasciare casa nostra. Del resto abbiamo già ospitato match di Eccellenza”.


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