LITE ARGENTINA
Strepitoso il palleggio di Ronaldinho, quanta luce emana al suo fianco Veron. Un suo pestone però riaccende pure vecchie ruggini - da Seleccion - con Maradona. Battibecco rientrato subito. Diego, alla fine, sminuisce: «Quello che ci siamo detti resta tra noi». Così torna dolce il ricordo romano della brujita: «Sarebbe bello tornare alla Lazio. Come presidente? Difficile pensarci quando c'è chi nemmeno ti vuole». La solita frecciata a Lotito, sino all'intervallo seduto in tribuna insieme al presidente del Coni Malagò (ancora polemico col Sindaco Raggi per le Olimpiadi) e quello della Figc Tavecchio, senza nemmeno il trofeo nazionale Immobile. A proposito, come Ciro il grande, Crespo segna di testa ma rifiuta il paragone: «Lasciatelo crescere con calma». Nel pomeriggio tutti i campioni erano stati accolti in udienza privata dal Pontefice in Vaticano: in dono disegni e autografi, che verranno messi all'asta. Dopo le prodezze di Di Natale e Kanouté, il cucchiaio dell'ex giallorosso Bojan, il piattone di Burdisso e il gol vittoria bianco (4-3) di Cavenaghi. Nella ripresa in campo pure Maradona jr accanto al papà. Fuoriprogramma l'invasione d'un tifoso per un abbraccio a Totti, in panchina quello dell'allenatore dello scudetto Capello: «In questo momento lo stanno celebrando tutti, io l'ho fatto di persona in una grande festa». Ora, andate in Pace.