Cosa rappresenta la Roma?
«Ho vestito i colori giallorossi a partire dai 10 anni. In quel periodo avevo il poster di Totti in camera. Il capitano è stato un punto di riferimento. Ho avuto la fortuna di ammirarlo da vicino e di giocare qualche partita assieme a lui».
Da quattordicenne raccattapalle, lei mise il suo zampino su una vittoria contro il Palermo. Ricorda quanto si arrabbiò Zamparini?
«Non feci altro che posizionare il pallone nei pressi della bandierina. Furono bravi Taddei e Mancini a confezionare velocemente il gol».
Perché solo due esperienze fugaci in serie A?
«Esordii con Montella in Champions e nell’agosto 2011 Luis Enrique mi fece giocare, da titolare, i preliminari di Europa League. L’eliminazione complicò tutto: i giovani che aveva in mente di schierare il tecnico spagnolo erano un po’ presi di mira. Roma è un ambiente difficilissimo per chi deve crescere».
In A non ha mai segnato contro la Lazio.
«Ricordo molte vittorie con le giovanili: un vittoria per 7-1, ne segnai due».
Conta di riprovarci domani sera con Fabio Quagliarella?
«E’ un campione eccezionale. Per me, contro la Lazio, è importante riuscire a far risultato».
Le sue qualità che non sono sfuggite al CT Mancini per le convocazioni di ottobre. Quanto pensa alla Nazionale?
«E’ un obiettivo, certamente, e passa attraverso le buone prestazioni con la Sampdoria». Qual è il vostro obiettivo stagionale?
«Sicuramente dar fastidio a chi sta più in alto di noi. Non abbiamo ancora dimostrato tutte le nostre qualità».
Cosa pensa della squadra di Inzaghi?
«Davanti hanno una garanzia: Immobile segna sempre. Ciro è fortissimo, a Pescara ci divertimmo molto, sotto la guida di Zeman. Con noi c’erano anche Insigne e Verratti. A centrocampo, lo scorso anno, Milinkovic Savic è stato uno dei giocatori più forti del campionato. La difesa, ultimamente, sta concedendo qualcosa agli avversari e noi dovremo cercare di sfruttare quest’aspetto. Non dobbiamo avere paura: sarebbe bello ripetere la partita vinta a fine gennaio, all’Olimpico, contro la Roma».
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