Lazio, Romagnoli vuol dire felicità: invasione dei tifosi alle visite

La squadra entusiasta dei rinforzi, anche Luis Alberto e Sergej più motivati a restare

Lazio, Romagnoli vuol dire felicità: invasione dei tifosi alle visite
di Alberto Abbate
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Luglio 2022, 09:16

dal nostro inviato
AURONZO Quanta voglia di lazialità. Bravo Lotito a non aver ceduto all'orgoglio e ad averla rilanciata: «Prendere Romagnoli è stata la mossa migliore in 18 anni di presidenza, a prescindere da qualunque valutazione tecnica», è il coro unanime da giorni fra radio e social, concretizzatosi ieri mattina con l'invasione dei tifosi in Paideia. Alessio esce dalla macchina, è visibilmente emozionato in faccia. La Nord fa il comitato d'accoglienza, lo stritola d'amore e gioia. Il centrale ringrazia e si avvolge in quella sciarpetta biancoceleste, che chissà quante volte avrà indossato in tenera età. Romagnoli ora ha 27 anni, ma è ancora quel bambino che sognava la maglia numero 13 del suo mito Alessandro Nesta. Finalmente è sua. «Finalmente insieme, Alessio, al tuo primo amore, nella tua casa», scrive la società per dare l'ufficialità con un cuore e l'aquila.

La Lazio va all'attacco: Lotito ha già segnato sei colpi. «Adesso in quanti si abboneranno?»

Dopo un altro bagno di folla, la visita a Formello e la firma sul quinquennale da 2,8 milioni (più 600mila euro), che stava diventando una telenovela. Adesso è l'inizio di una favola a vita (c'è anche l'opzione per il sesto anno), che travolge altri due nuovi acquisti in questa fantastica baraonda. Un'ora dopo Romagnoli, si tuffa in Paideia anche l'ex Real Mario Gila fra gli ola: è sconvolto, non c'era nessuno ai suoi primi esami (interrotti causa Covid) della scorsa settimana. Alle 11 tocca invece a Luis Maximiano, l'estremo difensore prelevato per 7 milioni (più 3 di bonus) dal Granada: «Forza Lazio», urla all'uscita. Tutti volano felici e contenti ad Auronzo in serata. Sbarco in hotel all'una di notte con un centinaio di tifosi a fare la veglia, stamattina inizia davvero la nuova avventura. Finalmente sistemate la retroguardia e la porta, anche se manca ancora un secondo: Lotito ha bloccato Falcone dalla Samp per girarlo allo Spezia, Provedel si riavvicina. Sarri ha quasi la squadra che voleva. Già è al settimo cielo per quel Casale invocato da gennaio in difesa: in effetti è una roccia, svetta, ma è impressionante vedere anche la dedizione di Lazzari, Marusic e Hysaj, concentrati nelle prove da sfinimento del tecnico per la prossima annata.

Emerson Palmieri sarebbe la ciliegina, ma un like di Enrico Lotito (dirigente con Fabiani nella Primavera e nella Women) all'ex allievo biancoceleste Emanuele Valeri (ora alla Cremonese) scalda comunque il cuore dei tifosi, ormai sopraffatti da un impeto irrefrenabile di lazialità.

Lazio, visite per Casale: «Aspetterò per il mio numero di maglia». Con lui anche Hysaj e Marusic


FESTA
Entusiasmo genera entusiasmo. Si respira un clima diverso ad Auronzo. Non è il fresco delle Dolomiti, ma la consapevolezza che la Lazio quest'anno possa davvero fare il salto in alto. Il nuovo modus operandi e i colpi ad effetto di Lotito stanno trasmettendo euforia a tutto il gruppo. È un'arma in più, questo contagio, anche magari per trattenere quei big con le valigie in mano. Luis Alberto era sbarcato pensando solo al ritorno al Siviglia, adesso si allena al massimo e dà spettacolo col suo tocco fatato. Milinkovic desidera la Champions: ora sa che, se resterà e non lascerà il suo posto a Ilic e Zieliski, ci sono ottime chance di riprendersela con questa Lazio. C'era già un laziale romano, Cataldi non si è affatto depresso dopo l'acquisto di Marcos Antonio: anzi, parte titolare, lo aiuta e prende in mano il centrocampo. Basic sembra un altro così come Felipe Anderson, finalmente più smaliziato e cattivo. Davanti è sempre il campione Pedro a dare l'esempio, già al top e cattivo in ogni allenamento. È cresciuto tantissimo Luka Romero (missile ieri da standing ovation), ma soprattutto Sarri è convinto dopo pochi giorni di aver trovato il centravanti del futuro: Matteo Cancellieri può farlo, l'allenatore ne è certo, perché ha un fisico esplosivo, tiro micidiale e fiuto. Alla faccia del ct Mancini, che lo ha sì scoperto, ma non lo considera adatto per quel ruolo. Non è Mertens, ma può fare il vice-Ciro. Anzi, deve rubare a Immobile ogni segreto, ma sembra già un ballerino provetto del tiki taka sarriano.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA