Roma-Sassuolo, Mourinho fa le prove da grande

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Domenica 12 Settembre 2021, 07:30

Li chiama a raccolta, dal primo all’ultimo, dal più stanco al più fresco. Perché stasera il cuore dei tifosi si gonfia, l’Olimpico è pieno (per quel che si può, 30 mila circa) e davanti c’è una squadra fresca, giovane e antipatica da affrontare, il Sassuolo: non si scherza e la Roma, con Mourinho in testa, dopo le due vittorie di fila, vuole continuare a viaggiare. Prove da grande? Chissà, meglio farsi trovare pronti se il campionato dovesse chiamare. Abbasso il turnover e pensare ai più adatti a questa serata, anche se si viene dalle due settimane di stancanti partite (e viaggi) delle Nazionali, e il rientro è sempre problematico. «Non penso al turnover, guardo solo questa partita. Sono tutti pronti per giocare». Mourinho stasera fa mille panchine, ne è orgoglioso e stasera la festa (magari con sorpresa) deve essere perfetta. 
AMBIZIONI
Ma sul futuro, invita alla calma. «Siamo diversi dalle altre squadre che hanno ambizioni e obiettivi ben definitivi. Siamo contenti di quanto fatto finora ma dobbiamo restare calmi», dice José. Lo scudetto ad oggi è un obiettivo sottotraccia, poi c’è Mou è il sogno è libero, l’utopia diventa una parola vuota. Lui è la guida di una squadra incompleta ma con talento. Zaniolo è il portabandiera. Nicolò pensa al Sassuolo e torna indietro a quel Santo Stefano di tre anni fa: lo scavetto, il primo gol in serie A all’Olimpico. Lì sono cominciati i sogni, lì la Roma ha scoperto la gallina dalle uova d’oro. Che poi ha perso e lui ci ha rimesso due crociati, uno rotto con la Roma e l’altro con la Nazionale, in due partite non banali, Roma-Juve e Olanda-Italia. Zaniolo oggi, forse, è l’acquisto più importante. Su di lui Mou punta, sa come cambiargli la testa e liberare la sua fantasia. «Il club è stato cauto con lui, non ha forzato i tempi e Nicolò è stato bravo ad aspettare il momento giusto.

Doveva andare oltre le “cicatrici emozionali” che questi infortuni lasciano. Sono contento anche di vedere un nuovo Carles Perez e avere nella stessa posizione due giocatori del genere è fantastico. Per me cambiare non è turnover, è scegliere le opzioni. Oggi Nicolò è un ragazzo più esperienza e con due anni in più in cui è stato fermo a pensare. Prima non aveva visto la velocità con cui correva la sua vita. C’è spazio per migliorare ovviamente, sarei un allenatore scarso se avessi nulla da dare ad un ventiduenne. Si parlava di uno poco maturo, ho scoperto il contrario. Paragoni con i più forti? Non saprei, ma con il suo potenziale tecnico e fisico non ce ne sono tanti». Non ce ne sono tanti nemmeno come Pellegrini, che José continua a coccolare. «Ogni giorno che passa Lorenzo è sempre più vicino a firmare il rinnovo. Per me non c’è storia su questo argomento. Io voglio che resti e anche lui lo vuole, la situazione è vicinissima a concludersi per il meglio. Sono convinto che firmerà presto che posso confermare che - prima non l’ho mai detto - sarà il nostro capitano per tanti anni con altri due bravi come Mancini (il vice, ndr) e Cristante (il terzo, ndr)». Il talento, Zaniolo, il capitano, Pellegrini e il bomber, Abraham. C’è tutto (o quasi) per credere almeno di tornare a giocare la Champions. Tammy ha avuto un impatto che nemmeno Mou si aspettava. Un talento che si è aggiunto ai talenti. «Non mi aspettavo questo impatto da parte di Abraham ma non per una questione tecnica: lui non si era mai mosso da Londra, temevo qualche difficoltà in più nell’ambientamento. Invece si trova bene, con la squadra in campo e fuori». Ora non resta che ritoccare la rosa e bisognerà aspettare gennaio. Intanto qualche buco già sa come tapparlo: alternativa a Karsdorp che non sia Raynolds? «Ibanez: terzino di stabilità, non di spinta».

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