Roma, pronto il piano per il nuovo rilancio

foto Gino Mancini
di Stefano Carina
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:40

Nemmeno è arrivato e Dan Friedkin, entro il 31 dicembre (soprattutto se l’Opa obbligatoria che si conclude il 29 ottobre gli regalerà il 100% della società), avrà investito quasi 350 milioni cash per la Roma. I conti sono abbastanza semplici da effettuare: 199 sono i milioni finiti a Pallotta e soci; 77,6 sono stati versati invece per sostenere l’attività del club (in particolare 63 milioni come finanziamento soci e 14,6 milioni per pagare una commissione dello stesso importo ai bondholder del prestito della controllata Asr Media e Sponsorship); altri 61 sono pronti per completare l’aumento di capitale già deliberato. E se anche non ottenesse il completo controllo del club, ne dovrebbe versare almeno 45. La forbice dell’investimento oscilla già così tra i 330 e i 347 (considerando che il prezzo delle azioni da rastrellare sul mercato è già fissato a 0,1165, per un totale di 9,890 milioni) ai quali - come è stato lasciato intendere nel comunicato di mercoledì - servirà un’integrazione dell’aumento di capitale attuale, volto a garantire il risanamento del pesante deficit patrimoniale. Una cifra che non è stata comunicata al mercato ma che potrebbe proiettare la nuova proprietà ad avvicinarsi di molto a quota 400. Un investimento-monstre in un periodo così difficile per l’economia mondiale al quale i Friedkin dovranno far fronte con un piano industriale di rientro. 


DELISTING IN ARRIVO 
Nel cda svolto mercoledì (assenti sia Dan che Ryan), oltre a considerare congruo il prezzo offerto per l’opa obbligatoria totalitaria sul 13,4% del capitale della società giallorossa in mano ai soci di minoranza (parere dato con l’astensione dei tre amministratori che fanno riferimento alla nuova proprietà) si evince come sia altamente probabile il delisting della società.

Romulus and Remus Investments controlla ad oggi l’86,6% del capitale della As Roma e anche qualora l’offerta si rilevasse un ‘flop’ (tradotto: con una partecipazione che rimanesse sotto il 90% del capitale) «non è escluso - si legge nel comunicato - che si verifichi una scarsità del flottante tale da non assicurare il regolare andamento delle negoziazioni delle azioni ordinarie dell’Emittente, con conseguente possibile sospensione e/o revoca dalla quotazione» secondo quanto prevede il regolamento della Borsa. Ipotesi rafforzata dall’intenzione, manifestata di Friedkin, «di non ripristinare un flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni». Delisting, invece, che sarebbe certo con il superamento delle soglie del 90 e del 95% del capitale da parte dell’offerente.


LINEE-GUIDA 
Intanto sono già delineate alcune linee-guida per provare ad aumentare i ricavi. Oltre al completamento dell’aumento di capitale già deliberato e l’inevitabile integrazione successiva, si punterà a far lievitare: 1) I Flussi di cassa operativi netti da conseguire nel corso della partecipazione all’Europa League 2) Va considerata la possibilità (anche se al momento remota) di tener contro di eventuali incassi da biglietteria 3) L’ingresso di nuovi sponsor (New Balance in pole per succedere alla Nike) 4) La partecipazione alla Champions 2021-22 5) L’eventuale cessione di asset aziendali disponibili: ossia di calciatori. Proprio su quest’ultimo punto l’ultima sessione di mercato ha regalato appena 13 milioni di plusvalenze. Altre, però, sono state già messe in cantiere. Under, ad esempio, a fronte di un prestito di 3 milioni, il Leicester può a giugno riscattarlo a 25 (garantendo così un plusvalore di una ventina di milioni). Non è l’unico. Rivalutare Kluivert al Lipsia, garantirebbe un altro incasso. Senza contare i calciatori in rosa ma ai margini del progetto tecnico. Tra questi c’è Pastore (ingaggio 4,5 milioni) con il quale si potrebbe a breve discutere della rescissione (anche se l’agente, a LaRoma24, smentisce). Come ultima ratio, verrebbero presi in considerazione i big che tuttavia, come dimostrato di recente dicendo di no al Napoli per Veretout e al Leicester per Ibanez, Friedkin non intende privarsi. 

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