Abete e le convocazioni di Prandelli
«Il codice etico? Non è giustizia sportiva»

Abete e le convocazioni di Prandelli «Il codice etico? Non è giustizia sportiva»
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Giovedì 15 Maggio 2014, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 13:16
«Sia io che Prandelli abbiamo sempre detto che il codice etico non ha nulla a che vedere con la giustizia sportiva. È una valutazione che il ct fa in piena autonomia, anche per questo è sottoposto a critiche». Così Giancarlo Abete, presidente Figc, è tornato a parlare del codice etico applicato dal ct azzurro in vista dei mondiali. Il presidente della Federcalcio ha poi parlato dei problemi di sicurezza negli stadi italiani e della regolamentazione in materia. «Le norme - ha detto Abete, partecipando al convegno Trasferimenti dei Calciatori e Distribuzione Risorse all'Università Cattaneo di Castellanza - cambiano da Paese a Paese, ma è chiaro che c'è più potere dei club laddove gli stadi sono di loro proprietà. L'ordine pubblico è giustamente compito del governo, chiediamo però che ci sia maggior rigore e che si possano sanzionare pesantemente tali soggetti».





«È normale che ci siano giocatori delusi dopo le convocazioni, tutti vogliono vestire la maglia azzurra e la crescita di alcuni giovani ha reso più difficili le scelte di Prandelli. Non sono sorpreso», le parole del presidente Figc sulla delusione dei calciatori esclusi dalle convocazioni di Prandelli per il Brasile. «Credo che Brasile e Spagna - ha aggiunto Abete - siano favorite per la vittoria finale nel Mondiale. La prima perchè è il paese ospitante e nessuna squadra europea ha mai vinto in Sudamerica, la seconda perchè viene da un ciclo di vittorie straordinario», ha concluso Abete.
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