Il risveglio del re Klose: a Cesena per il gol numero 300 in carriera

Il risveglio del re Klose: a Cesena per il gol numero 300 in carriera
di Alberto Abbate
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Venerdì 30 Gennaio 2015, 05:58 - Ultimo aggiornamento: 17:14
La storia ricomincia, il re è vivo, Klose è tornato. Sino a pochi giorni fa rimbombava l'eclisse di Miro, la sua rabbia per le esclusioni, le minacce d'addio. Silenzio, luci, riparla Klose in campo. E cambia tutto in una notte, anzi due: il tedesco segna e fa segnare. Anzi, addirittura difende. Sembra abbia strappato la giovinezza a Djordjevic. Così la leggenda riparte: Klose è stato tutto, può ancora tutto. Pure ripescare, diciassette mesi dopo, un gol lontano dall'Olimpico. Gli manca dalla debacle con la Juve (settembre 2013), può ritrovarlo al Manuzzi di Cesena. Lì dove rimbalzano ancora le sue orme. Ventuno settembre 2011, Miro spazza mezza difesa emiliana e infilza Ravaglia: 2 a 1, dopo il rigore d'Hernanes, risultato ribaltato a Cesena. Erano tristi momenti allora, Reja dimesso, adesso la Lazio di Pioli invece vola. Si catapulta sulla rinascita di Klose, sulla sua voglia di superarsi ancora. Due reti rifilate al Torino (in Coppa Italia), una al Milan sabato sera, scalate le 298 reti in carriera (in 735 gare giocate con club e Nazionale), media 2,4 a partita. Una doppietta in trasferta e il tedesco sfaterebbe l'ultimo tabù (il digiuno fuori Roma in campionato) per raggiungere quota 300.



I NUMERI

Riparte da Klose la marcia Champions. Solo Miro può riacciuffare ciò che è più volte sfuggito alla Lazio. Le sue assenze furono decisive (in negativo) nelle prime stagioni. Gli infortuni, i recuperi tardati, l'idea fissa del Mondiale, di vincerlo. A un idolo va perdonato tutto: “Palla a Klose e s'abbracciamo”, canta ancora la Nord. Che nel tedesco intravede la luna, anzi un extraterrestre del calcio. Un mito che a quasi 37 anni va oltre lo spazio e la rete, quest'anno è a quota 20 presenze: 6 centri (uno ogni 137'), oltre a 5 assist fra campionato e Coppa. A San Siro s'è mangiato un gol, a Cesena sbranerà punti d'oro. Klose ha ritrovato l'appetito, avrà fame fin quando giocherà. Poi, magari, si gusterà vittorie da allenatore, vuole seguire questa strada. Già ora dalla panchina e in campo è spesso aiuto di Pioli, dà indicazioni ai compagni. Sarebbe un peccato se a giugno andasse in America (Major League o Canada), Tare non lo molla, è stato chiaro prima della sfida col Milan: «Ha un contratto, c'è l'opzione di un altro anno. Abbiamo traguardi da raggiungere, intanto deve svolgere un ruolo importante per trascinare questa squadra».



L'ESEMPIO

Brilla e fa brillare, Klose. Chiedere a Felipe Anderson. «Miro è incredibile, un esempio e uno dei miei migliori amici qui alla Lazio. Dà sempre tutto in allenamento, dopo la coppa del mondo è tornato in squadra con ancora più vigore. Lui mi dà consigli, mi ha sempre detto che ero un buon giocatore, che avevo talento e che avrei dovuto continuare a lavorare anche se i tempi erano difficili, perché questi sarebbero passati». Ecco l'oracolo di Klose, svelato dopo l'esplosione da Felipe Anderson. Che punta il Genoa a Formello, non vede l'ora di tornare: «Fisicamente sto bene. Meno male che non sono andato in prestito al Napoli, ora voglio portare la Lazio in Champions e riprendermi il Brasile».