Ibrahimovic & Cristiano Ronaldo: assi da tre punti

Ibrahimovic & Cristiano Ronaldo: assi da tre punti
di Alberto Mauro e Salvatore Riggio
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Lunedì 2 Novembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:55

Infinito Ibrahimovic, altra magia e Milan sempre più lanciato

Una rovesciata che capovolge l’Udinese, altra squadra che si deve arrendere allo strapotere di Ibrahimovic. Succede tutto a 7’ dalla fine con lo svedese che si inventa un gol meraviglioso buttandosi su un pallone sporcato dall’intervento scomposto di De Maio. È l’immagine della quinta vittoria su sei in campionato (unico mezzo passo falso il 3-3 a San Siro con la Roma), della gara numero 24 senza sconfitta nel post lockdown del Diavolo, che ha sempre di più il ghigno di Zlatan. «Quando sono arrivato sei mesi fa, il Milan voleva un contratto più lungo, ma per essere onesto con me stesso ho chiesto di firmare solo fino a giugno. Nessuno doveva essere insoddisfatto. A fine campionato vediamo come sto, non voglio bloccare il Milan in una situazione non positiva. Un anno alla volta, ma se continuo così dico a Paolo: “Se non mi firmi un altro anno, non gioco più”. La squadra è giovane ed è colpa mia che con i miei 39 anni alzo l’età media», ha scherzato lo svedese. I numeri (e le prestazioni, ovvio) sono tutti dalla parte di Ibrahimovic. Da quando è tornato in rossonero, l’attaccante è entrato in 23 gol («Ed è anche poco, ho sbagliato qualche rigore», ha ammesso) e ha segnato per la sesta gara consecutiva in A (sette i centri nei quattro match di questa stagione): «Ho battuto l’Ibrahimovic del 2012 che era vecchio, oggi sono giovane (e anche Shevchenko nel 2001, ndc)». Perché la forza di Zlatan è anche questa. Sentirsi sempre un ragazzino, sempre utile. Ed è un esempio per tutti. Riesce a essere decisivo nei momenti più difficili di una partita. Come con l’Udinese. Suo l’assist – ben imbeccato da Bennacer – per il vantaggio di Kessie. E sempre sua la rovesciata che vale la quinta vittoria in campionato, dopo il rigore trasformato a inizio ripresa da De Paul (concesso dall’arbitro per un intervento in area di Romagnoli su Pussetto). 
SCELTA VINCENTE 
Il Milan corre e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Nemmeno in una gara nella quale a tratti il gioco sembra più prevedibile rispetto ad altre occasioni. Gli spunti offensivi soni limitati. Rafael Leao e Saelemaekers sono privi di idee e Calhanoglu fa più un lavoro di copertura. Ed è per questo che in partite così serve un vero leader. È Zlatan lo è diventato. L’epilogo migliore di una maturazione completa come calciatore e uomo. Sono in tanti a immaginarlo come allenatore un giorno, quando deciderà di dire basta. Ha una visione a 360° del gioco, riesce a tirare fuori il meglio da ogni suo compagno di squadra. Per ultimo, Kessie. Un altro di quelli da inserire nell’elenco dei calciatori rinati anche grazie allo sbarco di Zlatan sul pianeta Milan. È felice per questo Paolo Maldini. Così come il fondo Elliott che su Ibra ha puntato molto. Creando un mix di talenti guidati da un fuoriclasse eterno. Ha un carattere forte. Dà molto, anche nelle partitelle, e pretende tanto. Da tutti. Nel rispetto dei ruoli. «Mi sto solo riscaldando. Qualche mese fa hanno detto che chi tornava al Milan, falliva. Con me dicevano che sarebbe stato uguale, ma io non ho mai perso passione. Io ho mentalità, credo in quello che sto facendo e lavoro giorno dopo giorno. Ho una squadra che mi aiuta tanto per farmi stare bene. I meriti sono anche di mister Pioli che ha un ottimo equilibrio per gli allenamenti e trova sempre il modo giusto per farmi giocare».

Per poi festeggiare su Twitter: «Perché correre se puoi volare?». Già, perché? In fin dei conti, il Milan lo ha preso per questo. Per volare e tornare tra i top club europei. Strada lunga e tortuosa che con Ibrahimovic sembra essere in discesa. 

Ronaldo ritorna e in tre minuti ridà il sorriso a Pirlo

Dopo quattro partite di assenza per Covid-19 Cristiano Ronaldo si riprende la Juve con una doppietta in 20 minuti e trascina i bianconeri a un successo che in campionato - sul campo- mancava dalla prima giornata contro la Sampdoria. Il suo ingresso non cambia la partita, la stravolge letteralmente: lo Spezia, che fino a inizio ripreso stava reggendo alla grande contro i Campioni d’Italia, crolla sotto i colpi di un CR7 più cinico e affamato che mai, incattivito dall’esilio forzato e soprattutto dal gol di Messi a casa sua. Il portoghese entra e segna dopo 180 secondi, salvando Pirlo dall’imbarazzo dell’ennesimo pareggio contro una provinciale, e lancia la goleada bianconera che chiude con il 4-1 su rigore, (cucchiaio d’autore).
SEMPRE LUI
Due settimane senza campo e mezzo allenamento alla Continassa nelle gambe, eppure al Manuzzi ha deciso la partita dimostrando di essere sempre e comunque il più in forma. Anche dalla panchina, quando prima di entrare si mostra a petto nudo un attimo prima di indossare la sua maglia numero 7, immagine che rievoca le gesta degli antichi greci nel vestire la loro armatura prima della battaglia. Quella del Manuzzi si conclude quando Ronaldo mette piede sul prato, innescato da Pirlo. In quel momento la partita avrebbe potuto prendere qualsiasi piega, la Juve era in affanno e lo Spezia in fiducia, serviva la mossa risolutiva, lo scacco matto del re bianconero. «Felice di essere tornato in campo e di aver aiutato i compagni a vincere con due gol. Ben fatto, squadra! Sempre fino alla fine - il suo commento social a fine gara -. Le polemiche sul tampone? Non ne voglio parlare, la cosa importante è che sono tornato e che abbiamo vinto. Non è un campionato semplice, ci sono parecchie squadre in corsa per lo scudetto. Il Milan sta facendo grandi cose, ma ci sono anche la Lazio e il Napoli. Dobbiamo stare attenti. Ma noi ci siamo sempre, e ci faremo trovare presenti quando conterà». Intanto si riprende il trono di capocannoniere juventino con 5 reti davanti a Morata, lanciando la sfida al Ferencvaros in Champions, stavolta dal primo minuto. Ma c’è anche una partita prima di CR7, molto più complicata e scorbutica del previsto, con la Juve che parte forte e alla distanza si spegne fino a farsi rimontare dallo Spezia. La scossa arriva dalla panchina, ma c’è parecchio da lavorare perché nel primo tempo la Juve non è riuscita minimamente a far valere la superiorità tecnica e qualitativa. Dopo l’ennesimo gol annullato a Morata i bianconeri passano in avvio, sempre con lo spagnolo che chiude un’azione irresistibile in velocità, e si conferma il miglior vice Ronaldo. Poi i bianconeri sprecano diverse occasioni e concedono campo allo Spezia, che alza il ritmo e prende fiducia, fino al tiro di Pobega deviato da Demiral nella porta di Buffon. Il pareggio manda in tilt i bianconeri che vedono i fantasmi di Crotone e del Verona, ci pensa Ronaldo a scacciare gli incubi, con il 2-1 su assist di Morata (migliore in campo dopo il portoghese), Rabiot fa tris e Chiesa si procura il rigore del 4-1. L’unica faccia triste è quella di Dybala, deluso e arrabbiato.

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