La Lazio riparte dal Lecce, Sarri: «Il rientro sarà imprevedibile. In Italia eravamo al top, ora siamo diventati il terzo mondo»

L'allenatore biancoceleste: «Qualche giocatore ci fa capire di stare bene fisicamente e mentalmente. Altri stanno ricercando la condizione. Con Lotito parlerò del mercato. Luis Alberto? Situazione che ho ereditato»

La Lazio riparte dal Lecce, Sarri: «Il rientro sarà imprevedibile. In Italia eravamo al top, ora siamo diventati il terzo mondo»
di Valerio Marcangeli
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Martedì 3 Gennaio 2023, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 09:04

L’attesa è stata lunga, ma finalmente è arrivato il momento di tornare ufficialmente in campo. La corsa della Lazio verso l’obiettivo Champions ripartirà dalla difficile trasferta di Lecce. Sarri, tornato a presentare una gara in conferenza stampa, ci ha tenuto subito a rimarcare i pericoli del confronto con la squadra di Baroni, anche pubblicamente: «Loro sono molto aggressivi, si vede che c'è molto lavoro dietro. Voglio una squadra che ci sia con la testa al 100%».

Che Lazio si aspetta col Lecce?

«Siamo di fronte a qualcosa mai successo, se non per il lockdown. Situazione strana e poco prevedibile. Il Psg ne ha presi 3, il Tottenham ha perso, il Chelsea ha fatto fatica col Nottingham, il Barcellona ha pareggiato con l'Espanyol. Ci sono grandi difficoltà con l'approccio al rientro».

Quali minacce si aspetta dalla squadra di Baroni?

«Loro sono una squadra di buona aggressività, ma che rimane ordinata. Ha anche buon palleggio, si vede che c'è tanto lavoro addosso. Fanno ripartenze di alto livello, sono rimasti in partita con tutte le squadre di alta classifica. Da tenere in grande considerazione».

Che certezze ha dalla sua squadra?

«Qualche giocatore ci lascia la sensazione di stare bene fisicamente e mentalmente. Altri stanno ricercando la condizione, speriamo che l'approccio sia di buon livello.

Il nostro limite è sempre stato la non continuità a livello mentale, se sei passivo vai in difficoltà fisicamente e tatticamente. Negli ultimi tempi li abbiamo contenuti, ma non azzerati».

Sul mercato...

«Non so se per noi sia aperto o no, il presidente è stato impegnato con qualcosa di più importante, poi a fine dicembre ha staccato qualche giorno. Quando rientra ne parleremo, si può rendere più organica la rosa, farla diventare più forte non è facile. Se si parla un giorno sì e uno no di Luis Alberto e Milinkovic si può ledere l'armonia, ma è un problema vostro. Bisogna andare sull'intelligenza dei giocatori, non farsi influenzare. Leggo di Luis che vuole andare via perché non va d'accordo con l'allenatore, io sono arrivato a luglio 2021 e lui non si presentò in ritiro. È un qualcosa che ho ereditato. Può essee comprensibile la sua voglia di tornare in Spagna, poi è sempre rimasto e ci ha dato il suo apporto».

Quali difficoltà si aspetta dopo la pausa?

«Non avere competizioni per 50 giorni, tutto quelli che si prova a simulare ha sempre una valenza non massimale non essendoci punti in palio. Chi rientra dal Mondiale può avere ripercussioni positive o negative. Ci sono energie mentali che vengono spese, poi chi ha vinto può essere galvanizzato. I nostri due hanno da smaltire la stanchezza emotiva forte e un pizzico di delusione. Milinkovic è tornato anche un po' acciaccato, ma sembrano in evoluzione positiva tutti e due, ma non sono al 100%».

Su Immobile...

«Non ha fatto il Mondiale, ha risolto i problemi fisici, sembra in grande crescita. Non è al top, ma sicuramente è in crescita».

Ha seguito il Mondiale?

«Il 13 novembre erano tutti nelle competizioni nazionali e pochi giorni dopo è iniziato il Mondiale. Ho visto poco, un ammasso di buoni giocatori in squadre che erano poco squadre. Non lascia niente, se non una grande pubblicità per il Qatar».

Sull'andamento finora in campionato...

«Due punti di media a partita penso siano tanta roba. Chiaro che per il momento lasciano il tempo che trovano, c'è da proseguire su questi livelli che alla fine potrebbero garantirci una classifica importante. Il ritorno sarà più difficile, si lasciano più punti per strada perché le gare hanno un peso diverso. Bisogna mantenere la media alta. Come sta la squadra è difficile ora da sapere, a livello di testa sta bene. Ritengo più importante rientrare in campionato con la testa che funziona al 100% rispetto alle gambe».

Sulla difesa...

«I numeri si stanno assestando su livelli normali. Perdere solidità ci metterebbe in difficoltà, puoi fare 150 gol ma se ne prendi 60 non sarà mai una grande classifica. Dobbiamo riflettere e applicarci, se perdiamo solidità siamo finiti a livello di ambizione».

Da chi si aspetta qualcosa di più?

«Tutti i nuovi vanno a pagare qualcosa nei primi mesi, soprattutto chi viene dall'estero. Ho visto Platini in difficoltà nei primi quattro mesi quando è arrivato in Italia. Tutti possono dare di più a livello individuale, chi è giovanissimo può crescere esponenzialmente, così come chi viene da fuori. Abbiamo diverse di queste situazioni».

Si aspetta difficoltà dal terreno del Via del Mare? E sull'Olimpico...

«No non ho avuto modo di vedere l'Olimpico. Mi hanno consegnato un report consistente, ma ci credo pochissimo. Se leggi i report sui campi sintetici sono tutti ottimi, peccato che siano commissionati dai produttori di erba sintetica. Il Via del Mare non lo so, ma non mi sembra di grandissimo livello. Questo però è un qualcosa che in Italia bisogna aspettarci sempre e comunque. Eravamo il top, ora siamo il terzo mondo. Nel giro di 20 anni è una bella impresa».

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