Lazio, la vera forza sta nel mezzo

Lazio, la vera forza sta nel mezzo
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 29 Agosto 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 14:30
 La Lazio a Marassi, contro la Samp, si è divertita. E pure parecchio. Su questo dubbi non ce ne sono. E non è per i 3 gol realizzati e gli almeno altri 4 sfiorati. E’ proprio una questione di gioco. Ecco sì, la Lazio si diverte giocando a pallone. E questo non è così frequente da vedere. Filosofia nuova iniziata a studiare già lo scorso anno con un nuovo assetto nel mezzo. Dove mezzo sta per centrocampo. Eh già perché è proprio lì che la Lazio ha il suo cuore e il suo cervello. Qualità e quantità tutte disposte su una linea a cinque. Non è dunque casuale il modulo scelto da Inzaghi e sul quale ha insistito anche a dispetto delle critiche più feroci. Anzi è proprio in mediana che le mosse del tecnico biancoceleste hanno riacceso la luce. Luis Alberto che scala nel ruolo di mezzala. In un colpo solo lo spagnolo si è liberato della marcatura asfissiante dei difensori italiani che ormai avevano imparato a conoscerlo ed è diventato più imprevedibile. 
ESTERNI VOLANTI
Un reparto ricco di soluzioni, tanto che Inzaghi per domenica potrà scegliere in base a chi sta meglio. Ora, ottenuto il transfer, ha addirittura Jony da poter ruotare. La destra, che lo scorso anno era l’ala più debole, adesso spinge forte anche lei per spiccare il volo verso la Champions. L’innesto di Lazzari, richiesto a gran voce proprio dal tecnico biancoceleste, era il tassello mancante. L’ex Spal abituato a giocare in un centrocampo a cinque si è immediatamente calato nella parte. Nessun periodo di adattamento. Contro la Samp è stato subito protagonista. Un frecciarossa. Avanti e indietro senza sosta. Prezioso anche, per quanto non sia nelle sue corde, nel dare una mano in difesa. Dietro di lui pronti a dare il loro contributo ci sono Marusic e all’occorrenza Patric. A sinistra la musica è sempre la stessa. Il maestro Lulic è specialista e stakanovista. Impossibile contare i chilometri che segna il suo tachimentro. Rispetto al passato in questa stagione potrà riposare per non arrivare con la lingua di fuori nel finale. Almeno sulla carte ha due cambi: Jony e Berisha. Quest’ultimo dovrà fare quello che non ha fatto l’anno scorso.
MEZZALI MAGICHE
Al suo fianco c’è Milinkovic. Il titano del centrocampo laziale. Uomo di lotta e di governo. Uno che ha il fisico da corazziere e i piedi da numero 10. E’ una sorta di Ibrahimovic della mediana. Segna e fa segnare. Ha iniziato la stagione convinto di indossare la maglia della Lazio. I tifosi incrociano le dita perché se gioca così per il quarto posto non c’è storia. Il suo “gemello diverso” a destra è Luis Alberto. Sono loro i diamanti biancocelesti. Anche lo spagnolo ha ritrovato la tranquillità mentale e vuole giocarsi le sue chance anche in vista di Euro 2020. Come detto il fatto di essere arretrato di qualche metro gli ha concesso maggiore libertà di pensiero e soprattutto di azione. È lui che innesca Immobile e i tagli di Correa. Proprio l’argentino occupa una posizione strategica. È una seconda punta libera di spaziare che però al tempo stesso permette proprio a Luis Alberto e a Milinkovic di alzarsi aumentando il peso specifico in attacco. 
PLAY PLAY PLAY
Il joystick della regia è sempre nelle mani di Leiva. L’infortunio dell’argentino però non ha scombinato nulla da quelle parti visto che Parolo si è rivelato abile anche in quel ruolo. E poi c’è sempre Cataldi pronto a giocarsi le sue carte. Sarà proprio il centrocampo la chiave per vincere il derby.
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