Inzaghi vede soltanto la vecchia Lazio

Inzaghi vede soltanto la vecchia Lazio
di Alberto Abbate
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Sabato 17 Novembre 2018, 07:30
Risolto un problema, ne sorge un altro. Almeno in apparenza. Perché la Lazio con l’ultimo mercato ha riempito la panchina corta, ma non ha certo aggiunto nuovi titolari a questa rosa. Anzi, uno sì, ma era il sostituto naturale di de Vrij e l’unico degli acquisti estivi voluto a tutti i costi da Inzaghi. Che, guarda caso, ha utilizzato più di chiunque altro Acerbi: 1440’ in campo, nemmeno in Europa il centrale ha mai riposato. Poi nessun altro aiuto per la retroguardia dal mercato: Inzaghi avrebbe voluto un nuovo innesto al posto di Wallace o Bastos, ma nessuno dei due è partito. Così il tecnico ha scelto Luiz Felipe come terzo titolare, sebbene nei suoi piani fosse il rincalzo di Acerbi al centro. Situazione peggiore sull’estrema destra, dove Simone invocava Lazzari forse perché si era accorto in ritiro dei problemi di Marusic. Invece, Lotito e Tare hanno deciso di aspettare invano l’uscita di Basta e adesso non può essere certo Patric a risollevare la fascia. Dove a gennaio urge un altro titolare: Leiner del Salisburgo il vecchio pallino, Darmian dello United è il sogno. Inzaghi ha chiamato il suo manager Tinti, ma la Lazio dovrà fare più di uno sforzo. 

VALUTAZIONI 
L’orientamento per gennaio è quello di cedere e basta, ma se anche Caceres (ha chiesto di andar via) dovesse partire sarebbe davvero una follia non intervenire. Tale è l’abbondanza a centrocampo (c’è pure il redivivo Cataldi) che l’arrivederci in prestito di Murgia sarebbe invece indolore, così come quello del baby Rossi in attacco, una volta riscoperto Caicedo. Ma per fare il salto di qualità e centrare la Champions, tutte le altre big hanno fatto in estate un mercato sostituendo i titolari con altrettanti titolari. La Lazio, invece, Acerbi a parte, ha comprato solo riserve. È vero, alla luce delle possibilità economiche biancocelesti, l’undici della scorsa stagione sembrava davvero difficilmente migliorabile e la società non poteva prevedere un simile calo dei fenomeni Milinkovic e Luis Alberto. Ma oggi che deve farci i conti, Inzaghi sfoglia la margherita e non sa cosa inventarsi. 

RIMANDATI 
È evidente che non esista nessuno in squadra all’altezza dei due ex campioni. Ma Inzaghi non considera superiori i nuovi acquisti nemmeno in altri ruoli: a sinistra c’è sempre Lulic, in mediana oltre Sergej il senatore Parolo. Sembra quasi che in 16 partite Simone abbia bocciato, Acerbi a parte, l’ultimo mercato estivo. Sarà pure lo spaccapartite, ma Correa ha giocato appena 521’ fra campionato e coppe nonostante Luis Alberto sia sparito. Decisamente peggio l’impiego delle altre new entry: Badelj (334’), Durmisi (258’) e Berisha (190’). Ovviamente impossibile non fare i conti con i lunghi infortuni degli ultimi due, ma cosa dire allora di Proto? Appena 180’, doveva essere almeno il portiere titolare nel girone d’Europa, invece pure lì gli ha scippato i guantoni Strakosha. Finalmente un vice affidabile, ma quando conta Inzaghi schiera sempre l’albanese. Nella sua nuova Lazio, insomma, rispetto all’anno scorso non esiste un altro nuovo titolare. Nel Milan, prossimo avversario Champions, ce ne sono quattro: ecco dov’è sulla carta il fatidico divario. 
 
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